Erica Mazzetti (Forza italia): Non amo i misteri o le dietrologie, preferisco i cantieri e la concretezza!

Erica Mazzetti nasce a Prato nel 1977. Geometra, si afferma nel settore lavorando nello studio professionale di famiglia, un’esperienza che la porta a contatto con il mondo produttivo pratese. Forzista da sempre, si candida nel suo comune e ottiene un risultato storico. Parlamentare alla seconda legislatura, è componente dell’VIII commissione ambiente, territorio, lavori pubblici. Ha lavorato al nuovo codice degli appalti con un’impronta liberale e garantista. Partecipa alla COP26 di Glasgow e alla COP27 di Sharm, portando avanti un approccio concreto alla transizione green.

 

Onorevole Erica Mazzetti da sempre forzista convinta e militante fedele: da dove nasce questa fiducia illimitata al partito?

“Illimitata ma non cieca, perché sono liberale. Comunque, Forza Italia è l’unico partito che, da sempre, mette al centro persona, dunque, esalta e difende la libertà di ognuno di noi: non vedo altri simili in giro e qui sarò sempre a casa”.

Da ragazzina che cosa sognava di diventare da grande?

“Non vedevo l’ora di iniziare a lavorare. E così ho fatto, subito dopo le superiori. Da lì è nata la mia passione per la professione di geometra e poi ho continuato nello studio professionale di famiglia. Quindi, mi sono inserita, ho costruito… e poi sono arrivata anche in Parlamento!”.

 

Come sono stati i suoi inizi?

“Ho iniziato in uno dei posti più rossi: a Vernio, provincia di Prato. Ho corso da sindaco e, pur perdendo, ho ottenuto un risultato storico. Sarà per questo che poi mi hanno candidato nel Mugello! E ho vinto… come nella Valle del Bisenzio, una volta rossa. Lo rivendico!”.

 

Oggi, dopo la morte di Berlusconi, che aria si respira all’interno di Forza Italia?

“A tutti gli effetti un’aria di novità, nella continuità. Allo sgomento iniziale, direi pienamente comprensibile, si è sostituita la voglia di fare. Una grande energia e di costruire e di fare ancora meglio, per il bene comune. E penso che Tajani lo saprà fare e tutti noi lo aiuteremo. Questo, nel solco, ovviamente, di ciò che ci ha lasciato il Presidente Silvio Berlusconi”.

 

Ci sono tanti argomenti, vicende, fatti che abbiamo trattato, vissuto o assistito nel corso degli ultimi trenta e passa anni che rivisti oggi ci porterebbero a farci delle domande, a interrogarci sul clima dei tempi in cui venivano a galla. C’è un fatto specifico o qualche avvenimento italiano che andrebbe scandagliato con occhi diversi?

“Poco tempo fa – lo dico perché mi ha fatto riflettere molto – ho organizzato la presentazione di un libro alla Camera: “Segnali in codice” di Barberis, che tra le tante ci porta indietro fino agli Anni di Piombo. Penso che sia una stagione su cui riflettere di più visto che molti proprio su quella stagione di morte hanno costruito le loro fortune”.

 

Che idea si è fatta della triste stagione delle stragi di mafia?

“Penso che, come altre volte nella nostra storia, appunto come durante il terrorismo, la nostra Nazione sia stata sotto assedio ma alla fine, purtroppo anche a caro prezzo, penso a Falcone e Borsellino, abbia vinto”.

 

Che cosa le fa più paura tra i tanti misteri che cibano l’antipolitica in Italia?

“Non amo i misteri o le dietrologie, preferisco i cantieri e la concretezza! Credo che l’antipolitica sia, a prescindere, solo un male, al netto dell’humus che la fa crescere, da combattere politicamente, con le competenze ma anche con la passione”.

Come donna che ne pensa su questo dare addosso alle ragazze quando si parla di violenza sessuale?

“È una tendenza, soprattutto dell’informazione ma non solo, che trovo ingiustificabile. Sono e rimango garantista ma bisogna essere chiari e lineari quando si parla di crimini così odiosi”.

Si è mai sentita discriminata?

“Verrà il giorno in cui molti si renderanno conto che – sì – proprio Forza Italia è il partito più ‘avanti’ riguardo alle donne con i fatti e non con le quote”.

Una persona che la ispira?

“Ti do le iniziali: SB”.

Quale saggezza ci serve per vivere il presente?

“Mi incuriosisce questa domanda. Penso che si debba, con le giuste accortezze, tornare un po’ indietro, a quell’etica del lavoro e a quella semplicità che abbiamo perduto. Del resto, sono tempi come quelli che hanno vissuto quelli prima di noi…”.

La sua frase motivazionale?

“Chi ci crede combatte. Chi ci crede supera tutti gli ostacoli. Chi ci crede vince. Da mandare a memoria e ripetere. Indovina chi l’ha detta!”.

Onorevole, uno degli argomenti caldi della politica sono l’ambiente e la tutela del territorio. Non passa giorno che nei dibattiti tra maggioranza e opposizione ci si confronti su come sprecare meno energia, o su come riciclare i rifiuti senza causare altri danni al Paese. Nessun alibi tutti siamo chiamati in causa per dare il proprio contributo per correggere il corso degli eventi. Ci spiega la sua idea?

“Intanto, non credo alla visione di un ambiente ‘immacolato’ e di un uomo ‘divoratore di ecosistemi’, è una visione bambinesca e non politica. Poi non sopporto gli -ismi, quindi per me anche l’ambientalismo è un qualcosa da evitare. Il bilanciamento, attraverso la mediazione politica e dunque poche leggi chiare e condivise, è l’unica soluzione. Credo che le prossime elezioni europee saranno fondamentali per ‘mandare in soffitta’ questo comunismo climatico che sta facendo più danni di quanti vorrebbe prevenirne”.

I cittadini europei secondo il rapporto “Cities Reimagined by Lynk & Co”, vorrebbero città progettate per gli esseri umani, non per i veicoli. In tutto questo che cosa che ci azzecca il Ponte sullo Stretto?

“I rapporti dicono quello che si vuol loro far dire… Giustamente, ogni attore tira l’acqua al suo mulino ma la politica deve fare sintesi. Per esempio, non capisco l’odio per l’auto che ha permesso a tutti di muoversi liberamente e di emanciparsi. Aggiungo che le nuove fantomatiche auto elettriche non sono poi così sostenibili come ci veniva millantato. Mi chiedevi del Ponte. Ribaltiamo la prospettiva: quanto è strategica la Sicilia? Ecco perché serve questa infrastruttura. Ecco perché servono le infrastrutture!”.

Il giusto equilibrio tra potere, affari, cemento e ambiente?

“Questa è facile: nel nuovo codice degli appalti entrato in vigore il 1° luglio! Che poi, tra l’altro, contiene parecchie novità che fanno bene a tutto il sistema, tenendo insieme qualità e risultato, fiducia e garantismo. Non è poco”.

Il miglior consiglio che ha ricevuto negli ultimi anni?

“Andare avanti senza mai perdersi d’animo”.

Per chiudere ci regali una speranza…

“Forza, Italia!”