ASSERTIVAMENTE – Strategie di comunicazione Interpersonale: Giusy La Piana, la lingua non ha ossa ma può rompere le ossa

ASSERTIVAMENTE – Strategie di comunicazione Interpersonale (Ultra Edizioni) di Giusy La Piana. Ti senti obbligato o intrappolato a dire «Sì» ma vorresti dire «No, grazie»? Mandi giù bocconi amari pur di non compromettere amicizie, collaborazioni professionali o relazioni sentimentali? Eviti di prendere decisioni e se le prendi poi arriva il senso di colpa o la preoccupazione? Le critiche ti feriscono come una pallottola?

Tendi a minimizzare o a sminuirti quando ti fanno un complimento? È tempo di imparare a comunicare assertivamente. ASSERTIVANENTE – Strategie di comunicazione Interpersonale (Ultra Edizioni) è un manuale per allenarsi a dare voce alla propria autenticità, a superare momenti di crisi e conflitti relazionali, ricorrendo a una modalità di comunicazione interpersonale costruttiva, proattiva ed incentrata sull’assertività.

Giusy La Piana da dove nasce questo bisogno di farci un libro?

Dal desiderio di contribuire a migliorare le cose, fornendo strumenti utili  ad accrescere la nostra qualità di pensiero e di conseguenza anche la nostra qualità di vita e quella di chi ci circonda. Utilizzando la comunicazione non come un’arma ma come una risorsa tutto questo diventa fattibile. È sotto gli occhi di tutti:  ci ritroviamo sommersi da messaggi d’odio, di divisione e carichi di aggressività. Ma ogni volta che puntiamo il dito, nel tentativo di sopraffare o di ridicolizzare qualcuno, altre tre dita sono puntate verso di noi.

In che cosa Giusy è diversa dai suoi 18 anni?

A 18 anni la diplomazia non era il mio forte. Oggi, forse anche grazie al mio lavoro e a tutte le cicatrici collezionate lungo la strada,  cerco di essere chiara e diretta facendo attenzione a non dare voce a critiche che non siano costruttive. Tengo sempre in grande considerazione quel che mi diceva mia nonna: la lingua non ha ossa ma può rompere le ossa.

Magari – correggimi se sbaglio – è una via per l’emancipazione e la crescita personale, un modo per costruire autostima e fiducia nelle proprie capacità di donna in una società troppo spesso tesa alla repressione dell’individuo di sesso femminile.

A prescindere dal proprio sesso di appartenenza,  certamente c’è una forte connessione fra un buon livello di autostima e la capa­cità di essere assertivi. Può affermare se stesso  solo chi crede in se stesso. Chi non crede nel proprio valore scivola nella remissività, si svilisce nell’ac­condiscendenza o si abbarbica nell’aggressività.

Le regole per la felicità?

Non complicarsi la vita nella deleteria convinzione che le chiavi per accedere alla nostra felicità siano in mano ad altri. La felicità germoglia nella nostra interiorità. E proprio per questo motivo possiamo fare davvero tanto per vivere bene.

Molti studi dimostrano che quando le donne hanno un ruolo dinamico e una posizione forte nel quadro delle loro relazioni sociali, tutta la famiglia ne trae beneficio, sia  nel presente che nel futuro attraverso le generazioni successive. E’ davvero così?

Le donne hanno sempre un ruolo dinamico anche quando non viene loro riconosciuto. Ma c’è anche da dire che,  in questa società,  le donne fanno il doppio della fatica rispetto agli uomini  per raggiungere e consolidare una forte posizione. Sono le più odiate, vessate da violenza verbale e fisica.  A confermare ciò sono i dati della settima edizione della Mappa dell’Intolleranza. Per il settimo anno consecutivo alle donne va il triste primato di categoria più odiata via Twitter. Come se ciò non bastasse, si registra anche un’orrida connessione tra il pullulare dell’odio online e la violenza agita nel mondo reale: infatti,  picchi di odio in rete si innalzano puntualmente in concomitanza con i femminicidi.

In una società che vede imperversare manipolatori di ogni forgia e approcci di comunicazione aggressivi, scegliere l’assertività come stile relazionale e comunicativo nella quotidianità significa raggiungere un equilibrio interiore. Davvero siamo attorniati da un piccolo esercito di manipolatori? Come ci si difende?

C’è chi tenta di manipolarci convinto di fare il nostro bene. C’è chi ricorre alla manipolazione per piccolo tornaconto personale. E  c’è chi usa la manipolazione per sabotarci o tentare di truffarci.  Un ottimo scudo protettivo è imparare strategie di comunicazione interpersonale utili a mettere sani confini alle richieste degli altri.

E’ un’arte guardare senza farsi vedere. Ancor di più: guardare senza farsi vedere da chi ci guarda di nascosto. Ti sei mai sentita spiata o manipolata da qualcuno?

Mi è capitato  diverse volte di stanare  conoscenti che hanno creato  falsi profili social per spiarmi. La cosa paradossale? Questi individui  se mi incontrano per strada fanno finta di non vedermi.

La capacità di fare complimenti denota una sana autostima o piaggeria? Perché c’è il dover -per alcuni – di piacere per forza?

Fare e ricevere sinceri complimenti è certamente un aspetto cruciale di una buona comunicazione,  mantiene florida l’armonia nelle relazioni e aiuta a rendere l’am­biente di lavoro più produttivo. Inoltre, come ha affermato Dale Carnegie: “Nella comunicazione umana non c’è niente di più potente di un complimento azzeccato”, solo che sono in pochi a saperne trarre vantaggio.

Quante volte abbiamo sentito da conoscenti o amici: sono intrappolato in una vita che non ho scelto… Come si fa a coltivare una buona stima di sé e riconoscere e tutelare i propri diritti individuali, valori personali e spazi esistenziali?

Preservare la propria autenticità esistenziale nel contesto relazio­nale, avere rispetto dei propri valori e rispettare gli altri senza fare o subire prevaricazioni, rispondere alle critiche senza infierire né patire, sono alcuni aspetti del comportamento assertivo. Chi si sente intrappolato in una situazione che è convinto di non aver scelto, potrebbe provare a chiedersi: «Cosa  sto facendo di diverso ogni giorno per cambiare le cose?».

C’è chi sostiene che il sopraggiungere di un qualsiasi nuovo evento – che si tratti di un matrimonio, della perdita di una persona cara, di una promozione o qualsiasi cosa esuli dall’abitudine – suscita in noi una certa ansia. Suggerimenti?

Quando  gli eventi ci obbligano ad uscire dalla nostra comfort zone è più che naturale  sentirsi un po’ spiazzati o in momentanea difficoltà. Ma è bene ricordare che il significato di qualsiasi cosa attraversiamo,  gioiosa o dolorosa che sia, dipende da come la etichettiamo e decidiamo di percepirla.

Oggi nessuno aiuta i ragazzi a sviluppare un’educazione sentimentale e una competenza empatica con cui abitare una relazione amorosa in modo sano e gratificante per entrambi i partner. Insegnanti e genitori sono spesso alla ricerca di suggerimenti su come aiutare i propri studenti o i propri figli a crescere nell’autostima…

Per questo intendo portare il mio libro anche nelle scuole, tenendo anche appositi laboratori.  Chi fosse interessato può scrivere a: comunicazione.coaching@gmail.com.  Insegnare ai giovani la comunicazione assertiva agevolerebbe sia loro sia insegnanti e genitori. Conosco tanti insegnanti formidabili che si fanno in quattro per aiutare gli studenti. Ma ho conosciuto anche professori e maestri che in classe sfogavano la propria frustrazione accumulata a casa, ed è una cosa molto deleteria per gli allievi.

Nelle tue analisi sostieni che più l’assertività si diffonderà come stile relazionale e comunicativo cui aderire naturalmente, meno vita facile in ogni ambito avranno i manipolatori, i prevaricatori e gli approfittatori… Quindi cura trovata per la malattia o è solo un tentativo per mettere una pezza allo strappo?

È  proprio a partire da un comportamento assertivo che nel corso della storia si è accesa la scintilla di molti cambiamenti sociali e politici. A esempio, l’assertività di Franca Viola le permise di non subire l’ulteriore violenza di sposare il suo stupratore per evitargli la galera. In una società che considerava la donna vittima di stupro una “disonorata”, Franca difese assertivamente il suo valore di persona, la sua libertà di scegliere come e con chi trascorrere il resto della sua esistenza. Nessuno ci chiede di diventare eroi nazionali in nome dell’asser­tività. Ma nel nostro piccolo imparando a comunicare assertivamente, volendo, potremmo almeno rendere migliore la nostra quotidianità.

La vergogna, il buio e la paura come si superano?

Ogni vita ha i suoi inciampi e quindi non esiste una ricetta valida per tutti. Diffidate da chi fa copia e incolla. Talvolta, lo scoglio più grande per chi è in difficoltà è ammettere di aver bisogno d’aiuto o trovare il coraggio di rivolgersi a un professionista.

Uno dei mali della comunicazione in genere e dei media in particolare è spesso la tentazione di apparire perfetti e di non fare mai errori. Forse dovremmo fare un po’ tutti un bagno d’umiltà?

Forse dovremmo ricordarci più spesso che siamo perfettamente imperfetti nella nostra unicità ir­ripetibile fatta di punti di forza e fragilità, pregi e difetti.

Cosa ti motiva nel profondo?

Il forte desiderio di contribuire, grazie alle mie competenze, al miglioramento della qualità di vita delle persone.

Toglimi una curiosità: in che cosa non ti hanno mai ascoltato i tuoi genitori e i tuoi ex?

Ho uno splendido rapporto con i miei genitori e più passano gli anni e più siamo in sintonia.  I miei ex mi hanno ascoltato e li ho ascoltati finché l’amore è durato.

La prima presentazione di Assertivamente è in programma il 23 ottobre, alle ore 18, presso la Feltrinelli Libri e Musica  di Palermo (Via Cavour 133).