Alessandra Riccadonna – assessora alla Legalità del Comune di Mantova: Coltivare i germi della legalità partendo dall’esempio di Giovanni Falcone

Il bubbone giudiziario sui fondi posto terremoto scoppiato nei giorni scorsi a Mantova dimostra, come se ce ne fosse bisogno, che la criminalità organizzata è ancora forte, è ancora presente. Controlla attività economiche, legali e illegali, tenta di dominare su pezzi di territorio, cerca di arruolare in ogni ambiente. Tanto da far dire ad Alessandra Riccadonna, assessora alla Legalità del Comune di Mantova e Coordinatrice provinciale di Avviso Pubblico – che l’inchiesta conferma una volta di più la grande vocazione imprenditoriale della ‘ndrangheta, capace di tessere relazioni importanti con i colletti bianchi e di condizionamento pesante della pubblica amministrazione, piegata ai suoi interessi.

Insomma, nessuno può dire: non mi interessa. Nessuno può pensare di chiamarsene fuori. Lottare affinché la legalità trionfi non è soltanto una doverosa esigenza morale e civile, è anche quindi una necessità per tutti: lo è, prima ancora che per la propria sicurezza, per la propria dignità e per la propria effettiva libertà. Una necessità per lo Stato, che deve tutelare i diritti dei suoi cittadini e deve veder rispettata ovunque, senza zone franche, legalità e giustizia. Per fare il punto sulla scabrosa vicenda abbiamo intervistato Alessandra Riccadonna

 

Alessandra, quando si discute di cultura della legalità c’è sempre quello cui si legge negli occhi un “che noia che barba”. Invece poi scoppia un bubbone come è accaduto a Mantova e tutti a chiedersi come mai è successo? Che risposta si è data?

Credo che l’atteggiamento di noia e sufficienza possa essere dovuto alla modalità di sensibilizzazione e divulgazione che spesso viene usata, improntata, cioè, sulla commemorazione delle vittime di mafia più celebri, assurte a martiri. Ma tale modalità è funzionale e di grande efficacia per far breccia su un numero ampio di persone. Soprattutto al Nord Italia, poi, vi è poi un pericoloso sentimento di distacco e lontananza dai fatti di mafia, come se episodi malavitosi fossero estranei alle nostre identità. Non sono all’ordine del giorno, per fortuna, ma è palese come i fatti recenti dimostrino che le mafie sono radicate, e bene, anche in territori storicamente lontani da una mafia di stampo “tradizionale”. Per questi motivi è necessario continuare e insistere per diffondere la cultura della Legalità su più fronti. Il denaro facile ha sempre fatto gola e non c’è da stupirsi come ancora oggi si possa cadere in tali trappole. La Pubblica Amministrazione e il mondo dei Professionisti dovrebbero avere la capacità di discernere, di comprendere quando vi è anche un minimo sospetto, e attivare gli strumenti a disposizione.

La storia insegna – e poco se ne impara – che in politica non è una faccenda semplice far coesistere istanza etica civile e organizzazione del consenso… Come donna impegnata per educare i cittadini alla cultura alla legalità l’apprezzamento più gradito?

Lavorare sui temi della Legalità non è sempre facile e più ci si addentra ad approfondire questioni concrete, soprattutto a livello locale, maggiore è il rischio di rientrare nella lista degli indesiderati.  Credo che il rispetto delle regole e delle normative debba essere imprescindibile per i politici e per tutti i cittadini. Si è sviluppata un’idea del fare politica legata all’approssimazione, all’improvvisazione e al disimpegno civico che è lontana però dalla dimensione degli Amministratori locali, il cui ruolo è fondamentale per la gestione e l’indirizzo sociale del Paese. Nella mia breve esperienza mi sono accorta di quanto possa essere apprezzato il lavoro di concerto tra Enti locali, Associazioni che sul Territorio si occupano di mafia e legalità, nonché l’esperienza e il coinvolgimento delle Forze dell’ordine, nella ideazione e organizzazione di iniziative dedicate agli studenti e alla cittadinanza. I risultati di questo lavoro sono molto appaganti e compensano appieno gli sforzi sostenuti. L’ambizione è che tali iniziative di sensibilizzazione abbiano un effetto educativo e civico forte.

Non sarebbe male se una classe dirigente che si presenta come nuova cominciasse a mostrarsi tale concentrandosi – più a fatti che a proclami – sull’impegno a tener puliti i propri armadi prima di occuparsi della sporcizia in quelli altrui. Come comportarsi davanti a certe offerte indecenti?

Il personale della Pubblica Amministrazione svolge periodicamente corsi di aggiornamento i quali hanno il fine di migliorare, da un lato, la sensibilità e, dall’altro, offrire gli strumenti per captare segnali e individuare azioni sospette. Il Comune di Mantova ha aderito a corsi come quelli proposti da ANCI e Avviso Pubblico proprio con l’obiettivo di formare i propri dipendenti per fronteggiare situazioni potenzialmente rischiose. Dobbiamo tutti lavorare per creare le condizioni affinché la paura e il timore di ritorsioni non limitino l’azione dei funzionari in un ruolo di prevenzione e monitoraggio fondamentale. Su questo piano c’è ancora molto da fare.

Le cronache giudiziarie raccontano che spesso la farraginosità delle procedure, che i magistrati devono applicare, «a volte lega le mani». C’è qualcosa da cambiare o va bene così?

Non sono un legale e parlo nella veste di cittadina. Credo che i magistrati e le Forze dell’Ordine svolgano un lavoro egregio, ma molto spesso non sono nelle condizioni ottimali di fronteggiare situazioni di grande complessità. Quello che spaventa sono i tempi lunghissimi dell’azione giudiziaria e la difficoltà di disporre di strumenti al passo coi tempi a cui le leggi spesso non danno risposte certe. Il cittadino credo si senta poco tutelato, lo Stato appare lontano mentre dovrebbe essere percepito con una vicinanza maggiore.

Noi siamo dell’avviso che se non si lavora umilmente per la credibilità delle Istituzioni, dei partiti, vincono l’astensione e la disillusione e perde la democrazia.

Purtroppo concordo. È necessario che la classe politica lavori duramente per affermare la propria credibilità, che metta al centro la Legalità e la trasparenza in ogni azione intrapresa. Riconquistare la fiducia dei cittadini è fondamentale per costruire una società al passo coi tempi, che dovrà essere quindi multietnica, tecnologica, aperta ai cambiamenti. Abbiamo gli strumenti per creare una democrazia con basi realmente solide, ma le condizioni dipendono in buona parte dal lavoro politico e istituzionale. Da anni come Comune di Mantova aderiamo ad Avviso Pubblico e partecipiamo attivamente all’associazione, una rete di enti locali contro le mafie in cui si scambiano buone prassi amministrative proprio su questi temi, e si prova a trovare insieme strumenti e soluzioni comuni per prevenire e contrastare al meglio questi tipi di fenomeni.

Il suo ricordo di Falcone e Borsellino?

Ero una bambina quando sono avvenuti gli omicidi e, nonostante in famiglia si parlasse degli attentati, non avevo ben chiara la complessità delle situazioni in cui i due magistrati si trovassero a lavorare.

Ricordarli nel 2022, nel trentennale della loro scomparsa, mettere in luce la loro umanità le loro fragilità, ma soprattutto il loro grande coraggio, è stata certamente una grande occasione per tutti. Lo abbiamo fatto a Mantova con due rassegne:

·        “Capaci di Resistere” in primavera con il supporto di Libera, della consulta provinciale e il patrocinio di Avviso Pubblico;

·        “Raccontiamoci le Mafie” in autunno. Tale iniziativa è stata voluta dal Sindaco di Gazoldo degli Ippoliti in collaborazione con Avviso Pubblico

Questi momenti di informazione hanno previsto diverse iniziative tra cui l’incontro con Piera Aiello, testimone di giustizia, presso la Biblioteca Teresiana e due spettacoli teatrali di cui il primo ha riguardato la ‘ndrangheta mentre il secondo ha, a riguardo, messo in luce il lavoro dei due magistrati.

“Coltivare i germi della legalità” partendo dall’esempio di Giovanni Falcone. E’ una missione impossibile?

È necessario provarci, abbiamo bisogno di esempi di uomini coraggiosi e giusti. Ci sono molti insegnati che hanno a cuore la cultura della legalità. Sono loro i nostri principali ambasciatori per raggiungere i giovani. Raccontare le storie di uomini di coraggio, ma anche delle vittime innocenti di mafia, è il punto di partenza giusto per immedesimarsi, per far comprendere come le nostre scelte siano importanti e possano impattare sul prossimo. La mafia non è una questione di altri luoghi, di altre culture, di altri sistemi lontani, è un modus operandi, ci può vedere coinvolti e dobbiamo essere in grado di affrontarla.