
La maggior parte delle persone pensa che la nostra sia una vita in vacanza. Sempre in giro, da un posto allβaltro a vedere il Mondo.
Ma la veritΓ Γ¨ che Γ¨ una vita fatta di valigie, solitudine e rinunce, in posti bellissimi e anche altrettanto terribili.
Cercare di risparmiare il piΓΉ possibile per poter fare un torneo in piΓΉ. Rinunciare a passare la domenica in famiglia, a condividere i momenti con la famiglia che ti sei Scelta, rinunciare a eventi importanti come veder nascere i bimbi delle tue amiche, esserci fisicamente quando qualcuno a cui tieni ha bisogno o anche solo semplicemente portare fuori il cane. Rinunciare a quelle cose che ti fanno stare bene, quelle cose che sono Vita.
E rinunci a tutto questo per inseguire un sogno o semplicemente per raggiungere l obiettivo personale che ti sei posta perchΓ© credi di potercela fare. Le persone non sanno i sacrifici che fa una persona che pratica questo sport. Io mi ritengo fortunata, ho iniziato tardi a fare questa vita, e prima ho avuto la fortuna di vivere una vita Piena.
La mia stima va a tutte quelle persone che si mettono in gioco, che credono nei loro sogni, nonostante lβetΓ , nonostante tutto.
Non si Γ¨ mai troppo vecchi per sognare.

Jessica: nel sito WTA sei la numero 628 in classifica… Γ¨ tanto o poco per quel che hai dato a questo sport?
Attualmente dovrei essere 554 Wta dopo l’ultimo torneo sono riuscita conquistare ancora qualche punticino e raggiungere per ora il mio best ranking. Dico per ora perchΓ© penso di poter dare ancora tanto a questo sport. Sto dedicando tutta me stessa per provare a raggiungere quel sogno che ho nel cassetto e non pensavo raggiungibile, quindi che si fa? Ci si arrende ora? Β
Ogni settimana la federazione stila le classifiche: la dittatura dei numeri l’hai subita? Cosa ne pensi?
Devo ammettere che a ottobre dello scorso anno ho avuto un momento in cui si, ho subito quei numerini che ogni settimana si aggiornavano. ma poi il mio team mi ha aiutata a capire che sono solo numeri che l’importante Γ¨ il livello di gioco, i numeri arrivano in secondo piano. Credo non sia facile mentalmente non darci peso, alla fine lavori ogni giorno per scalare quella maledetta classifica e provare a raggiungere gli obiettivi che ti eri prefissato, soprattutto se non sei piΓΉ di primo pelo.
Qual Γ¨ il punto di forza sul campo di Jeky atleta e quello nella quotidianitΓ di Jessica?Β
Questa Γ¨ una bella domanda. Credo che la mia piΓΉ grande forza sia il non aver mollato. Non aver mollato nonostante lβetΓ , nonostante gli infortuni, nonostante la poca disponibilitΓ economica. E credo valga lo stesso nella vita quotidiana. PerchΓ© quello che siamo in campo Γ¨ esattamente quello che siamo fuori. Il campo tira fuori tutto, ti mette a nudo, tira fuori il meglio e il peggio di te, sei tu, tu e basta che lotti per raggiungere il tuo obiettivo, come nella vita.
La prima volta che hai impugnato la racchetta?
Ho impugnato la racchetta per la prima volta a 6 anni. Odiavo il tennis. Giocavo a calcio, facevo nuoto, sciavo, ho fatto equitazione, danza (con scarsi risultati, a dal punto che al saggio di fine anno ero l albero e il balletto era ambientato in un bosco). Ho avuto la fortuna di Β avere dei genitori sportivi che mi hanno sempre motivata a provare tutti gli sport. Loro giocavano a tennis, un giorno andai con loro alla lezione e il maestro ha insistette per farmi colpire la palla e niente, da quel giorno non smisi piΓΉ di giovare. Una vera e propria droga.
Il tuo primo ricordo legato a un torneo? Aneddoti curiosi?
Di aneddoti curiosi ne ho a valangate ma il primo di cui ho memoria Γ¨ stato a un torneo u14 kinder, avevo giocato contro una ragazzina di colore, molto forte a tal punto che cadendo si era infortunata al braccio e aveva giocato con la sinistra. E mi aveva battuta ugualmente: a pensarci ora mi viene ancora da ridere.
Immagino che anche tu hai dei portafortuna.
No, non ho dei veri e propri portafortuna.Β Prima di un match faccio sempre la stessa routine, se ha portato bene mangio le stesse cose. Non ho portafortuna sono solo maniacale…
Sognavi di diventare professionista? Com’Γ¨ maturata questa scelta?
No, sinceramente non era nei miei obiettivi di vita. Ho sempre giocato, al tempo stesso lavorato come istruttrice, come commessa, come cameriera, insomma mi sono sempre data da fare, ma sinceramente avevo altre prioritΓ . Ho sempre amato questo sport ma non vedevo la possibilitΓ di Β farne una carriera a livello professionistico. Sono felice di aver fatto questo percorso. Poi, nel 2023, al Foro Italico sono riuscita a qualificarmi e a giocare la qualificazione del Master 1000 e li, qualcosa Γ¨ cambiato. Consapevolezza? Non lo so, ma allβetΓ di 31 anni ho deciso di provare a farlo seriamente e per ora sono felicissima di aver intrapreso questa strada. Ora sono pronta a dedicare tutta me stessa, prima non lo ero. Non ho rimpianti, sono felice del mio βpercorso al contrarioβ.
Si dice che il tennis moderno Γ¨ schematico. Bei tempi quando l’eleganza del tocco valeva piΓΉ dei muscoli… Che cosa ti viene in mente?
Credo che si, sia cambiato il tennis completamente, ora Γ¨ molto fisico, ogni tanto quasi βnoiosoβ da guardare. Fortunatamente ci sono ancora giocatori che dipingono sul campo e ti fanno stare incollata alla tv per ore.
Ogni atleta vuole inventarsi il futuro e il passato, ma il presente?
Ho imparato a vivere il momento, a godermi ogni istante di questo percorso bellissimo. Senza pensare al prima o al dopo. Ho la fortuna, nonostante la mia etΓ , di poterlo fare, e voglio sfruttare questa opportunitΓ fino alla fine. Vivendo il presente, conscia di quello che ho fatto fino a ora e di quello che voglio raggiungere.
Sui social hai scritto: la maggior parte delle persone pensa che la nostra sia una vita in vacanza. Sempre in giro, da un posto allβaltro a vedere il Mondo. Ma la veritΓ Γ¨ che Γ¨ una vita fatta di valigie, solitudine e rinunce, in posti bellissimi e anche altrettanto terribili. Ti piace andare dritta al punto… Quanto costa vivere di tennis?
Sono una persona abbastanza schietta. E si, Γ¨ una vita di rinunce oltre che economiche, personali, che ritengo piΓΉ importanti. Vivere di tennis costa tanto, se hai poche possibilitΓ devi essere disposto a trovare il conto in rosso, a vivere con poco, a cercare di risparmiare a tutti i tornei per poter farne piΓΉ possibile per scalare quella dannata classifica. E difficile, si Γ¨ sempre soli. Magari fai la partita della vita e fuori non cβΓ¨ nessuno perchΓ© portare il coach costa troppo e quindi devi limitare tutto. Questo sport mi ha dato la possibilitΓ di conoscere persone magnifiche con cui ho condiviso emozioni bellissime, che fanno parte della mia vita ora e ne faranno parte sempre. La parte bella dello sport e anche questa. Quindi tutti i sacrifici che si fanno, ne valgono la pena. No?
Il piano B?
Ho sempre avuto un piano B, e nei miei piani futuri cβΓ¨ questo piano B. Mi piacerebbe aprire un locale, piccolo, familiare, sicuramente al mare. Vicino a dei campi da tennis? PerchΓ© no. Chi lo sa. Ma comunque Al piano B ci pensiamo piΓΉ avanti
Facciamo un gioco: se ti dico tennis; euforia: indipendenza; creativitΓ , odio; longevitΓ ; obbligo; nostalgia; amore; mamma; Italia e hotel… Cosa mi rispondi?
Ti rispondo che Γ¨ il riassunto della mia vita. Della vita di chiunque pratica questo sport a livello professionistico. Racchiude un poβ tutto. Come ho detto prima il bello e il brutto di questo sport Γ¨ che tira fuori il vero te. Quando sei sul campo da tennis sei solo e quando sei dall’altra parte del mondo, da che passi da un hotel allβaltro, l’unica cosa che ti manca Γ¨ casa.
Dov’ Γ¨ casa tua? Pensi ogni tanto all’idea di fare famiglia, dei figli?
Io sono di San Carlo Canavese un piccolo paese in provincia di Torino. Convivo con il mio moroso che ha una pazienza infinita e mi sopporta e mi supporta, cosa non facile essendo sempre via. Abbiamo due bellissimi cani e per ora la mia famiglia Γ¨ quella. Sono focalizzata sulla mia carriera e per ora rimango la zia pazza giramondo dei figli delle mie amiche e ti dirΓ², non mi dispiace mica.
Al netto delle chiacchiere e delle posizioni in classifica sappiamo chi Γ¨ oggi Jessica Bertoldo. E chi sarΓ tra dieci anni?
Jessica Bertoldo, classifica a parte, rimane una ragazza normale che ama questo sport alla follia e che spera di essere un esempio per tutti quei ragazzi che pensano di βessere vecchiβ per inseguire i propri sogni. Ho quasi 33 anni e non smetto di sognare, che vita sarebbe se no? Tra dieci anni? Spero di essere scalza facendo Mojito nel mio piccolo localino vista mare. Non male no?