La ronda più pazza del mondo e altre bizzarrie italiane

di Roberto Malini
 

Mascherine obbligatorie nelle zone di movida: una soluzione che città come Pesaro (dove vivo le lavoro) stanno adottando. Ma come farà la gente a mangiare un tramezzino o sorseggiare una coca-cola, con quel vincolo? La misura può essere una buona precauzione, ma non dobbiamo dimenticare che è grazie ai pesaresi (agli italiani!) e soprattutto ai giovani se oggi vediamo la fine del tunnel. Quando leggo espressioni come “pugno di ferro” o “stretta” mi vengono in mente altri momenti storici e atteggiamenti che umiliano i coraggiosi cittadini.

Riguardo alla movida, ho osservato con il teleobiettivo le apparenti calche in zona mare, ma in genere ho notato nel 99% dei casi la distanza di almeno un metro e/o l’impiego delle mascherine. Mentre ho visto fotografi cercare prospettive strette, in modo da far apparire come assembramenti la semplice frequenza di cittadini presso i locali.
In questo periodo mi fido più dei ragazzini di Pesaro che di una parte delle nostre istituzioni, che promuove una bizzarria dietro l’altra. Apre i locali nei centri città, non fissa contingenti e poi, di fronte all’affluire di clienti, tuona contro di loro.
Realizza spettacoli di richiamo come le Frecce Tricolori, annuncia gli orari dei passaggi degli aerei e poi se la prende con i cittadini che assistono allo spettacolo (non sono formiche e non possono sapere se il pubblico sarà composto da 5 o cinquecento persone).
Ora lancia la grande novità: gli “assistenti civici”, senza preparazione né compiti precisi. “Sorrideranno a tutti” spiega il governo “e con gentilezza chiederanno il rispetto delle misure”. È prevedibile tanta confusione in più e riguardo ai sorrisi… come faranno a mostrarli, se avranno le mascherine? Oppure non le avranno proprio? È la “ronda più pazza del mondo”! Non si capisce più niente, sembra una società in preda all’improvvisazione e all’eccentricità più marcata. Io sto con i pesaresi e sto con gli italiani.