Farsi le seghe fa diventare ciechi (anche su internet)

Da bambini ci vietavano di masturbarci perché avremmo perso il dono della vista. Oggi pare che milioni di maschi incerti si cavino gli occhi al computer guardando donne nude. I commenti sgorgano inevitabili.

Per dire qualcosa sulla vicenda di Phica.eu e le reazioni indignate di donne note e violate digitalmente, è necessario volare alto e risalire all’epoca della cultura classica dei Greci per comprendere qualcosa di più profondo sul mito della vista perduta a causa del sesso.

Tiresia è un celebre indovino cieco della mitologia greca, figlio di Evereo e della ninfa Cariclo, appartenente alla stirpe degli Sparti di Tebe. Secondo il mito, Tiresia divenne cieco perché vide la dea Atena nuda mentre si bagnava in una sorgente oppure perché Atena lo punì per aver rivelato segreti degli dei. La ninfa Cariclo chiese perdono per il figlio alla dea glaucopide (dagli occhi fulgidi) che corresse la propria punizione. In compenso alla perdita della vista, Atena gli concesse il dono della profezia, il potere di vedere il futuro. Solo i ciechi possono vedere lontano e nel futuro.

Altre tradizioni, tra cui quella di Ovidio, sostengono che Tiresia vide accoppiarsi due serpenti e ne uccise la femmina. I serpenti si accoppiano in una danza frenetica e verticale che non è facile da vedere. Il gesto trasformò Tiresia in donna e, come tale, visse per sette anni. In seguito, rivide gli stessi serpenti accoppiati, colpì il maschio e ritornò uomo.

Gli dei pagani, anche quando puniscono gli esseri umani sono giusti. La vendetta divina è certa, ma salva l’umanità dagli eccessi di orgoglio, ricordando quali limiti ha la vita.

Zeus ed Era interrogarono Tiresia per sapere chi, tra uomo e donna, provasse più piacere sessuale. Tiresia rispose che la donna gode di più. Anzi, sette volte di più. Era, irritata, lo accecò, mentre Zeus gli concesse la chiaroveggenza e una lunga vita.

Nel Simposio di Platone, attraverso il discorso di Aristofane, si racconta che originariamente gli esseri umani avevano una forma circolare simile a una palla con quattro braccia, quattro gambe, due volti e doppio organo genitale. Questi esseri erano molto potenti e completi, distinti in tre tipi: maschio, femmina e androgino (unione di maschio e femmina). Zeus, temendo la loro potenza e arroganza, li divise in due, tagliandoli a metà con una saetta. Da allora, ogni metà desidera ardentemente ricongiungersi con la metà perduta per ritornare all’antica unità. Questo desiderio di ricongiungimento è ciò che Platone identifica con l’amore (eros). La descrizione della forma circolare e delle quattro braccia e gambe simboleggia l’integrità originaria e la ricerca dell’unità attraverso l’amore.

Col sesso non si scherza, perché eros significa bramare ardentemente, ricercare qualcosa, fino a perdere la vista. Ridurre tutto questo a dibattito trito grida vendetta al cospetto degli dei.

 

Gian Luigi Corinto, docente di Geografia e Marketing agroalimentare dell’Università di Macerata. collaboratore Aduc