IL MEGAFONO MESSINESE BEATO TRA LE BOLLE

No, così non si fa. Il Megafono messinese ci ruba il mestiere dalle mani. Precede e soddisfa le nostre aspettative peggiori. Si prende in giro – involontariamente ma efficacemente – da sè. Con le enormità che commette. E noi come possiamo più criticarlo? Hai voglia a dire che è un movimento aperto alle discussioni, alle idee, alle innovazioni e soprattutto alle rivoluzioni… il problema è chi coordina il tavolo dei lavori. Detta la linea del Megafono Giuseppe Ardizzone o Giovanni Rovito? Massimo Finocchiaro o Giuseppe Laface? O magari da dietro il tendone rispunta il buon Pablito Siracusano che di andare in panchina non ci pensa proprio… Ecco spiegata la gran confusione in casa Megafono, confusione che alimenta tante tensioni, uscite infelici, complotti da osteria. Giovedì 16, in occasione dell’imbarazzante conferenza dedicata alla Tares, noi pensavamo: vuoi vedere che adesso si tirano i capelli per chi deve parlare a nome del Megafono? Il problema sarebbe stato di quelli tosti anche perché Finocchiaro e Laface in quanto a testa se la giocano con Ardizzone e Rovito di litigare in pubblico, da buon salesiano, evita sempre. Ed ecco che la gloriosa armata di Capitan Crocetta tira fuori l’emblematico, il simbolico, lo straordinario, e tutto il vocabolario fatuo-entusiastico di circostanza. Vuoi vedere che adesso tirano fuori il passato glorioso che portò Rosario a sbaragliare il campo per autonominarsi Governatore? Pensavamo; ed ecco che la squadretta comunale del Megafono tira fuori le solite filastrocche: viva la rivoluzione, viva il movimento, viva l’automobile ecologica, tiriamo il collo alla Tares, facciamo a pezzi la bolletta beffa, eccetera. Alla fine ci era venuta in testa un’idea buona per l’articolo. Il Megafono toglie il disturbo in cambio di un luogo in cui rifugiarsi. Non importa se la Camera di Commercio o l’area dell’ex Sanderson o il palco del Teatro Vittorio. Dateci quel che potete anche rateizzato, ma datecelo perché siamo tanti e siamo belli, siamo i figli del post Crocetta. Ecco, vedete che cosa ci frulla per la testa quando incontriamo Finocchiaro e Laface ai tavolini dei bar o in qualche adunata popolare? Loro con i problemi degli ultimi che cosa c’entrano ci chiediamo? Protestare per tutelare gli indifesi messinesi ma questo è un grottesco modo di fare carriera politica, un’imitazione delle battaglie eroiche… No, così non si fa. Questa è concorrenza sleale. Ci togliete prima il pane dalla tavola e poi ci regalate queste recite… bah! Ce ne dispiace per Crocetta, ce ne dispiace per noi. Governatore, lei ha compiuto il miracolo dei pani e dei pesci nella terra degli inciuci. Ha combattuto e combatte la disonorata società. Governatore, lei ha compiuto il miracolo di dare un Megafono a tutti, anche a Finocchiaro, Laface, Ardizzone e Rovito. Certo, c’è stato qualche risvolto scherzoso, nel loro ossequioso discorsetto sulla Tares. Ma non siamo mica parlando di cose serie da perderci il sonno: in tempi in cui la politica ci ha abituato al peggio cosa vuole che sia qualche innocente sberleffo concesso al clown quando si trova di fronte al sindaco, per rallegrarlo? In fin dei conti, la spartizione dei posti, del territorio, delle strutture sanitarie val bene una pagliacciata, o no?