ACCORINTI IL PACIFISTA SEMPRE IN GUERRA

Anche il sindaco di Messina può sbagliare. Meno male. E’ una fortuna. Se no, diventerebbe eccessivamente santo, e sempre più distante da noi comuni mortali. E’ accaduto che non sapendo come risolvere le tante emergenze cittadine ha pensato bene di deviare l’attenzione su un problema che non è un problema: la massoneria! Un classico della politica: quando non si sa come risolvere i problemi non c’è di meglio che spostare l’attenzione del popolo, che non per nulla in questi casi è bue. “Messina è allo sbando per colpa dei massoni”, ma per favore, nel 2013 ancora a chiamare in causa i poveri fratelloni che vista la disputa ne hanno fin sopra ai capelli di essere sbattuti in prima pagina ogni qualvolta c’è da ricercare un colpevole. E così dopo il vescovo La Piana ci ha pensato il sindaco Accorinti a gratificarli con la sua canzone Massone Sì, Massone No. Il motivetto non è una grande trovata, Accorinti non è ancora uno a cui si può perdonare tutto. E il fatto che ci sia stato un tentativo di aprire un dibattito non basta a salvare tutto. Sempre e comunque. La città ha problemi più importanti da risolvere che stare dietro ai massoni che è bene dirlo hanno per la maggior parte sostenuto l’elezione di Accorinti a sindaco. Ora non è che se ti votano sono santi e dopo si trasformano in diavoli, o no? Che dietro questa finta disputa ci sia dell’altro? Perché il sindaco di Messina, piuttosto che occuparsi di fratelli, non pensa a risolvere l’emergenza rifiuti, pagando le fatture a Tirrenoambiente? O davvero ritiene che la massoneria sia un problema così gravoso da far mettere in secondo piano Servizi sociali e l’Atm? Accorinti era eccessivo quando diceva la sua opinione sul Ponte; era eccessivo quando si occupava di campi sportivi e palestre, quando diceva a ogni momento: il tempo sfugge, il tempo stringe, non abbiamo tempo. Ma era eccessivo soprattutto, quando proponeva presentava esaltava se stesso, Accorinti Renato, il santo per tutte le chiese. Qualcuno deve avergli detto che lui è un politico. E lui deve averne dedotto che se sei un politico, sai amministrare, incitare la folla, leggere tra le carte: di conseguenza. E’ vero il contrario. Se sai amministrare, incitare la folla, leggere tra le carte, sei un politico. Molti di quelli che hanno lo hanno preceduto a Palazzo Zanca avevano un grandissimo senso del loro carisma. Sapevano che era fondato sul saper mantenere le promesse, se non tutte, in parte. Giocavano sul detto e non detto. Sul visto e non visto. Ammiccavano e non si mostravano. E soprattutto garantivano il pane quotidiano a tantissime famiglie. Oggi neppure un santo come Accorinti ci riesce. Per il futuro, speriamo. A patto che metta da parte i proclami e badi più alla sostanza.