Beppe Grillo, il populismo all’attacco del potere

Beppe Grillo inizia a essere molto fastidioso per la classe politica italiana. Prima a parole e adesso nei fatti, il Movimento 5 Stelle appare pronto a rivoluzionare la politica del nostro Paese. Ascoltando i recenti sondaggi, i “grillini” potrebbero raggiungere circa il 20% delle preferenze, divenendo potenzialmente il secondo nazionale partito alle spalle del Pd. Quasi tutti i rappresentanti politici del Belpaese, presidente Napolitano compreso, sembrano indispettiti quanto impauriti dall’eventuale successo che Grillo potrebbe riscuotere alla prossima tornata elettorale.

Silvio Berlusconi invece appare affascinato da Grillo, al punto da visionarsi con attenzione tutti i filmati dei suoi ultimi comizi pre-elettorali: come se il Cavaliere cercasse un contatto con il tempo per udire di nuovo gli umori del popolo italico. Adesso si parla di populismo 2.0, e dalle colonne del Financial Times, Beppe Severgnini paragona Grillo a Benito Mussolini, suscitando così l’ira funesta del comico genovese; anche se è più probabile che sia il Duce a rivoltarsi nella cripta di Predappio per l’accostamento.

L’Italia ha certamente bisogno di una svolta politica, e Beppe Grillo sembra incarnare le vesti del liberatore nazionale, avendo rifiutato i famosi finanziamenti pubblici ai partiti. Certamente non si tratta di Che Guevara, ma in tempi di crisi l’italiano medio può accontentarsi anche di uno come Grillo, che quantomeno fa sentire il fiato sul collo a una classe politica che appare sempre più corrotta e collusa. Il nostro Paese necessita di nuovi ideali nei quali credere è l’attuale paniere politico sembra non offrire particolari novità in merito; di conseguenza il movimento grillista diventa di diritto l’unico partito con idee che appaiono davvero innovative.

Certo l’ipotesi di Grillo alla presidenza del Consiglio potrebbe risultare indigesta per taluni: proviamo ad immaginarlo a un G8, con tutti i presidenti dei Paesi più industrializzati. Anche se l’esperienza con Berlusconi potrebbe mitigare l’impatto internazionale, tuttavia resta un’ipotesi surreale, perché Beppe Grillo probabilmente non arriverà mai al Governo nazionale, ma almeno rappresenterà una spina nel fianco per tutti i politici che credono che l’attuale sistema sia immutabile. Anche se la “bolla” del Movimento 5 Stelle dovesse esplodere, se i nostri politici non cambieranno drasticamente mentalità, ci sarà sempre qualcuno pronto a ricevere l’eredità dell’anti-politica.

Fabrizio Vinci
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