MI CHIAMO CICCIO RIZZO E FACCIO IL ROTTAMATORE

Quando c’è puzza di bruciato son tutti rivoluzionari. Come fa cambiare la visuale delle cose la politica… devono aver pensato in tanti nell’apprendere dell’iniziativa di alcuni militanti del Pdl che con a capo l’ex consigliere comunale di An, Ciccio Rizzo, provano a sparigliare le carte. L’amore con Peppino Buzzanca sembra finito e forse non era mai iniziato salvo sotto campagna elettorale 2008, quando Rizzo e i suoi ragazzi, avevano tirato la volata al dietologo barcellonese per la poltrana di primo cittadino. Errori di valutazione o semplice opportunismo? In politica siamo purtroppo abituati a questi balletti: salta per aria ogni logica al minimo sospiro, all’ipotesi di una nomina. Così la politica viene tradita, l’idea modificata. A conti fatti oggi nessuno può dirsi fuori dal teatrino che ha portato la città al dissesto. Nessuno, neppure Rizzo che oggi si dichiara oppositore del sindaco Buzzanca. Rottamatore dei colonnelli del Pdl. Quel momento verrà: presto o tardi, comunque verrà. E’ il tempo, è la storia, è la crisi che li spazzerà via. Ma ciononostante il canto di Rizzo non ci convince. D’accordo essere rivoluzionari, ma non si può stare a destra scimmiottando la sinistra: non vi sembra curioso? E i rottamatori del Pdl che ne pensano? “Vediamo disattesa ogni iniziativa che viene dal basso, era invece necessario fare elezioni primarie ovunque e stare di più vicino la gente ma questo non è accaduto. Vogliamo chiedere un cambiamento a 360 gradi”. Azzeriamo il Pdl è il loro grido di battaglia: bisogna capire – aggiunge Rizzo – se il Pdl va sfasciato e va costituito un partito più genuino e meno soffocante e allora noi siamo i rottamatori, viceversa potremmo essere i fondatori di un nuovo soggetto politico diverso e non chiuso solo a un elite. Ragazzi, fa freddino qui anche se fa un caldo boia per le vie (sporche) di Messina. Che Rizzo e i suoi boys non siano più disposti a stare zitti è il segno dei tempi a riprova di uno stato di disagio che però non li fa dimettere dagli incarichi avuti grazie al partito. D’altronde la politica rottama e ridona; premia e toglie ma guai a restarne senza. Perciò, annotiamo anche questa iniziativa targata Pdl senza grossa enfasi né sussulti: Messina è la città dei paradossi, meglio diffidare che restare delusi. Al voto al voto, salvo poi tornare nel branco: la città chiama, per chi suona la campana?