
Al via le prime attività in ambito internazionale collegate al progetto Isola delle Femmine dell’artista Stefania Galegati, realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito del programma Italian Council (13a edizione, 2024), finalizzato alla promozione internazionale dell’arte contemporanea italiana, che culminerà, nella primavera 2026, in una mostra presso l’Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva di Palermo, luogo di destinazione finale dell’opera.
Il progetto Isola delle Femmine è un nuovo capitolo di un processo iniziato nel 2017. Stefania Galegati è parte di un gruppo che ha dedicato all’Isola delle Femmine (a largo di Palermo) e alle questioni che essa solleva, diverse opere e iniziative. Il percorso è iniziato con il sogno del gruppo di acquistare un giorno materialmente l’isola – elemento iconico del paesaggio palermitano, proprietà privata di alcuni eredi di una famiglia di Capaci e dal 1997 riserva naturale gestita dalla LIPU – mediante un progetto di crowdfunding che coinvolga più donne possibili, intendendo per donna chiunque si riconosca nel femminile.
Comprare l’isola “per lasciarla in pace” è il pensiero guida del progetto che interroga temi ecologici e sociali, l’immaginario di sogno e desiderio, le forme di mutualismo alternative al diritto di proprietà.
Per la tappa sostenuta dall’Italian Council l’obiettivo è ripensare l’idea di isola e aprirla a nuove connessioni, avviando la creazione di un network internazionale.
Soggetto promotore del progetto, è lo stesso museo di destinazione finale dell’opera che Galegati produrrà al termine dei viaggi di ricerca: l’Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva di Palermo, ospitato nell’Ex Deposito Locomotive di Sant’Erasmo, costruito nel 1886 come parte del complesso della stazione ferroviaria di Sant’Erasmo. Mare Memoria Viva è un ecomuseo del paesaggio costiero, inteso come unione interdipendente di elementi umani, vegetali, animali, architettonici, luoghi, persone e storie. Un museo comunitario che promuove progetti sociali ed educativi, spazio di residenza e produzione per pratiche artistiche partecipative e situate.
Il processo di sensibilizzazione e di cura che costituisce e costruirà una nuova, ulteriore narrazione attorno all’Isola delle Femmine ha finora prodotto una serie di dipinti: ritratti dell’isola, sul cui fondo Galegati riscrive interamente il libro Il Secondo Sesso (Le Deuxième Sexe, 1949) della filosofa, attivista e scrittrice francese Simone de Beauvoir su supporti vari (tela, carta, legno) realizzati con tecniche diverse, e alcuni video come She is land, un remix di video trovati su internet per pubblicizzare il progetto di acquisto.
In questa fase (2025 – 2026) il progetto allarga il suo campo di azione in altre parti del mondo, innescando nuove riflessioni e visioni. L’idea è quella di portare l’isola in altre isole del pianeta, quelle più difficili da raggiungere, per creare una nuova opera che entrerà nelle collezioni del Comune di Palermo e sarà custodita dall’Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva, avviando parallelamente reti di partnership internazionali. In Indonesia (luglio – agosto 2025), presso gli spazi di Gudskul, un collettivo ventennale di artisti che ha creato un sistema dell’arte a Jakarta con un network internazionale che li ha resi famosi in tutto il mondo, fino alla curatela di Documenta 15, Kassel, accoglieranno l’artista per una serie di workshop e di incontri presso Jatiwangi Art Factory e Musyawarah Arsip (MUAR) a Makassar. In Tanzania (dicembre – gennaio 2026) Galegati sarà ospite del Nafasi Art Space, il più importante centro artistico di Dar es Salaam che partecipa attivamente alla East Africa Art Biennale e testimonia la vitalità e grande crescita di interesse per l’arte contemporanea nel mondo africano. Infine, in Italia, l’artista si sposterà a Venezia (primavera 2026) presso Fundacion TBA21 (Fondazione Thyssen-Bornemisza), un’istituzione internazionale con sede a Madrid dove presso l’Ocean Space, nei bellissimi spazi della Chiesa di San Lorenzo, verrà organizzato un incontro dedicato al progetto.
Nei primi due laboratori, Pulau Betina, in Indonesia, l’artista lavorerà con due gruppi di persone alla costituzione di un manifesto aperto e poetico per l’Isola. Presso gli spazi della Gudskul Studi Kolektif Foundation, a Jakarta, il manifesto sarà poi stampato su degli stendardi di stoffa colorata a serigrafia, mentre a Jatiwangi la seconda versione del manifesto sarà impresso in piastrelle di terracotta. Sarà anche prodotto un video con le partecipanti che leggeranno i manifesti.
Queste opere saranno esposte alla Biennale Jatim XI, che si terrà a Giava Est da agosto a settembre 2025, che ruota attorno al tema “Hantu Laut” (Spettro del Mare).
Il terzo workshop, a Makassar, sarà dedicato alla narrazione e alla ricerca di Pulau Betina, una possibile “isola delle femmine” sorella. Si lavorerà sull’opportunità di nominare o meno un’isola delle tante senza nome nell’arcipelago di Spermonde, luogo simbolicamente molto legato al colonialismo olandese.
I viaggi si concretizzeranno in incontri di creazione e di promozione dell’arte italiana, durante i quali l’opera nascerà attraverso confronti, dibattiti e workshop, contribuendo al prosieguo del progetto e favorendo la connessione del sistema dell’arte del sud Italia con le realtà dell’arte di questi “sud emergenti”. L’isola delle Femmine di Palermo diventerà così parte di un arcipelago ed essa stessa un tassello di un network più esteso, entrando in relazione con la storia e la cultura di altre isole.