Sclerosi Multipla: Gioco di squadra e terapia precoce, le armi a disposizione per rallentare la progressione della malattia

La Sclerosi Multipla (SM) può esordire a ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Il numero di donne con SM è doppio rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere.

Esistono varie forme di malattia, ma la pratica clinica ha evidenziato come iniziare la terapia il più precocemente possibile porti ad un rallentamento della progressione della disabilità, ricordando che ogni individuo richiede un programma di cura personalizzato. Al fine di sensibilizzare le istituzioni verso un trattamento precoce ed efficace, Motore Sanità ha organizzato il 6° di 10 appuntamenti regionali dal titolo ‘Focus Campania: #MULTIPLAYER – La Sclerosi Multipla si combatte in squadra’, realizzato grazie al contributo incondizionato di Celgene | Bristol Myers Squibb Company.

“In poche altre patologie del sistema nervoso centrale v’è una indicazione più pregnante al lavoro di squadra. Se è innegabile che la regia della gestione del patient journey della persona con Sclerosi Multipla tocca ai Centri SM, è altrettanto vero che nelle diverse fasi della malattia, diverse altre figure professionali svolgono un ruolo importantissimo. Per la diagnosi, di per sé complessa perché i sintomi possono essere molto variabili, e non solo in base alla sede delle lesioni, v’è bisogno di una stretta collaborazione con il medico di medicina generale e con diversi specialisti che spesso sono consultati in prima battuta per la settorialità dei segni/sintomi di presentazione (oculista e ortopedico ad esempio) per porre il sospetto diagnostico e poi del neuro radiologo per aggiungere rilevanza al sospetto. A questa fase segue la presa in carico del Centro Sclerosi Multipla che si avvarrà delle competenze di diversi specialisti (cardiologo, infettivologo, ginecologo, oncologo, dermatologo) per scegliere la terapia più adatta. Una volta stabilita la terapia, il follow up potrà richiederà l’aiuto oltre che dei suddetti specialisti, anche del fisiatra, del fisioterapista, dello psicologo e principalmente dell’infermiere dedicato che fungerà da case manager. In tutte queste fasi, è fondamentale una condivisione il più informata possibile con il paziente e possibilmente con i suoi familiari che dovrà/anno partecipare alla identificazione delle migliori strategie nelle diverse fasi della malattia. Infine, un ruolo fondamentale appartiene all’associazione dei pazienti che rappresenta l’anello di congiunzione tra la parte medica e quella sociale che tanto impatto ha nella vita e nella qualità di vita delle persone affetta da Sclerosi Multipla”, ha spiegato Gioacchino Tedeschi, Professore Ordinario di Neurologia, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Avanzate, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Napoli