Neppure il maltempo ha fermato il pubblico: oltre trecento persone — tra giovani delle Accademie, artisti, critici e appassionati arrivati da tutta la Sicilia — hanno affollato gli spazi del Museo delle Trame Mediterranee della Fondazione Orestiadi di Gibellina per l’inaugurazione della mostra dedicata alle Neoavanguardie siciliane, seconda tappa del progetto ‘Le 5 Generazioni – Sicilia Oggi’, dopo il debutto alla Fiumara d’Arte di Reitano lo scorso ottobre.
Curata da Toti Garraffa e Calogero Barba – la mostra restituisce centralità agli esponenti delle neoavanguardie siciliane degli anni ’60 e ’70, spesso ai margini della narrazione ufficiale, offrendo uno spaccato unico della sperimentazione artistica isolana, con un percorso tra pittura, scultura, documenti e riviste d’epoca — tra cui Francesco Carbone, Gaetano Testa, Giacomo Baragli, Bartolomeo Manno, Pippo Zimmardi, Franz Agnello, Lino Tardia, Carlo Lauricella, Ciro Li Vigni, Gaetano Lo Manto e Filippo Panseca. Insieme a documenti inediti e riviste dell’Archivio di Comunicazione Visiva e Libri d’Artista di San Cataldo (Caltanissetta), diretto da Calogero Barba. L’assessore Assessore dei beni culturali e dell’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, ha ricordato come la rassegna rappresenti «un segnale concreto dell’impegno della Regione nel promuovere un’arte che valorizzi i talenti siciliani».
L’apertura si è svolta alla presenza del sindaco di Gibellina, Salvatore Sutera, della neopresidente della Fondazione Orestiadi Francesca Corrao, e di Valentina Chinnici, vicepresidente della Commissione cultura dell’ARS che ha promosso il rilancio della figura di Francesco Carbone e del suo museo di Godranopoli: «un visionario capace di far dialogare l’arte con la vita quotidiana – ha ricordato l’onorevole Chinnici –, nel solco di una Sicilia che non smette di pensare in grande». Con lei anche l’architetta Giusi Chinnici, la loro famiglia è legata a quella di Francesco Carbone da una lunga amicizia familiare e intellettuale, tra Carbone e il padre Giorgio Chinnici. Grande emozione per la presenza di alcuni dei protagonisti delle neoavanguardie come Bartolomeo Manno, Gaetano Lo Manto, Ciro Li Vigni, Carlo Lauricella, Pippo Zimmardi. Per Gabriele Gulotta, direttore artistico — che ha ideato alla fine degli anni ’80 insieme all’amico e artista Croce Taravella —: «Le 5 Generazioni oggi guarda oltre i confini dell’Isola. Il successo di Gibellina dimostra che il pubblico vuole tornare a conoscere la storia viva dell’arte siciliana, i suoi maestri e le sue radici.».
Un’ampia sezione, curata dallo stesso Barba, è dedicata a Francesco Carbone, critico, artista e operatore culturale che con il suo ‘Centro di Ricerche Estetiche Nuova Presenza’ e con il museo Godranopoli teorizzò un’arte capace di “oltrepassare i confini disciplinari e geografici”, fondendo estetica, antropologia e territorio. «Carbone — sottolinea Barba — è stato un ponte tra arte e vita, anticipatore dell’arte antropologica e della Land Art mediterranea. La sua visione è un modello di pensiero autonomo, radicato nel territorio ma rivolto al mondo».
Durante la serata è stato presentato il catalogo della mostra, con testi critici di Calogero Barba, Guido Valdini e Rossella Puccio, che approfondiscono il legame tra le correnti delle Neoavanguardie, il ‘Gruppo ’63’, la ‘Scuola di Palermo’ e le esperienze interdisciplinari di artisti e poeti che seppero coniugare estetica, politica e utopia. Il curatore Toti Garraffa evidenzia come: «Gli anni Sessanta palermitani abbiano anticipato le neoavanguardie italiane, dando vita a un laboratorio denso di energie e linguaggi, dove letteratura, musica e arti visive dialogavano con una forza irripetibile».
Come osserva Enzo Fiammetta, direttore del Museo delle Trame Mediterranee: «Gibellina ha misurato cosa significa la memoria delle cose e dei fatti, perché nel terremoto ha perso tutto. Questa mostra è un atto di restituzione: rimette la Sicilia al centro dei processi di sperimentazione artistica e letteraria del secondo Novecento». Con la mostra di Gibellina, il progetto si avvicina al suo approdo finale: nel 2026 Palermo ospiterà la grande collettiva Sicilia Oggi all’Albergo delle Povere, con oltre duecento artisti. Un evento manifesto che restituirà alla Sicilia il suo posto nel racconto nazionale dell’arte contemporanea — non più periferia, ma centro pulsante di una storia che continua a generare futuro. L’esposizione è visitabile sino al 30 dicembre 2025 al Museo delle Trame Mediterranee – Fondazione Orestiadi, Baglio Di Stefano, Gibellina (TP). Per rimanere aggiornati sui prossimi appuntamenti: www.le5generazioni.it e le pagine social ufficiali della rassegna.
