In libreria “Nel transito del nulla” di Dionisio Mollica: un’opera fuori dagli schemi, ma dentro ogni domanda urgente

Lo scrittore, poeta e docente Dionisio Mollica è in uscita dal 6 giugno, per la casa editrice Apalós e la collana Biblioteca Apalós, con Nel transito del nulla.

Da anni attivo tra ricerca letteraria e impegno culturale, con una voce riconoscibile per profondità di visione e cura della lingua, con questo libro – la sua opera più radicale – Mollica raggiunge un punto di svolta nella sua produzione.

Un cartello stradale può segnare un limite, un pericolo, un’indicazione. Ma può anche diventare una soglia verso l’invisibile, una ferita aperta sul reale, un’epifania della coscienza.

In Nel transito del nulla, Dionisio Mollica trasforma i segnali della strada in simboli lirici e civili, e compone un libro che è insieme mappa, elegia, denuncia e diario interiore. Ogni capitolo prende le mosse da un cartello – divieto di falò, divieto di accesso, pericolo di morte, autorimessa, mare, teatro – per aprire una riflessione più ampia sulla condizione umana, sul nostro tempo smarrito e iperconnesso, sull’identità e la perdita, sulla poesia come unica forma di resistenza.

Con una lingua che fonde delicatezza e crudezza, immagini simboliche e dettagli quotidiani, Mollica scrive pagine che toccano Auschwitz e la memoria storica, la voce di Mahsa Amini e la repressione iraniana, il delirio collettivo dei social media, l’oblio della propria infanzia e la nostalgia per ciò che è stato dimenticato. La sua prosa è fluida e poetica, intensamente corporea e visionaria, capace di trattenere la luce e l’ombra di ogni passaggio.

“Nel transito del nulla nasce come attraversamento, non come arrivo. Non è un libro da possedere, ma da percorrere, anche a tentoni, anche nel buio – ha dichiarato l’autore.

Ho sentito il bisogno di scrivere un testo che tenesse insieme poesia e presenza, segno e senso, silenzio e responsabilità.

I segnali stradali — figure marginali del nostro quotidiano — sono diventati per me portali simbolici, specchi deformanti della coscienza collettiva. Ogni segnale è una voce, una storia, un monito, una domanda. A volte è un grido. Altre, un sussurro.

Questo libro è anche un modo per non cedere all’assuefazione, per restare vigili in un tempo che ci abitua troppo facilmente all’ingiustizia e all’oblio. È una forma di resistenza lirica, una geografia emotiva costruita con frammenti di memoria, visioni e realtà.

Scriverlo è stato come camminare su un filo teso tra il bisogno di denunciare e il desiderio di custodire la bellezza. Un esercizio di ascolto e di presenza. Se il lettore troverà in queste pagine una piccola scintilla di verità, anche dolorosa, allora il cammino avrà avuto senso”.

“Con Nel transito del nulla, Dionisio Mollica ci consegna un libro necessario. Un’opera che attraversa i confini tra poesia, pensiero e testimonianza, e lo fa con una voce che non somiglia a nessun’altra – ha aggiunto la redazione di Apalós.

Abbiamo scelto di pubblicarlo perché crediamo nella letteratura che interroga, che accoglie il fragile, che osa. Questo libro non indica una via: la apre.

Per Apalós è un onore accompagnare un’opera così radicale, così generosa. Un invito al disorientamento consapevole di cui, oggi, sentiamo urgente il bisogno”.

Un libro che attraversa i generi e li dissolve. Un inno alla precarietà, un appello a guardare dentro i segnali e non solo attraverso di essi. È un libro che non si legge: si ascolta, si sente, si abita.

Un’opera che parla a chi ha il coraggio di attraversare il bianco, anche senza sapere cosa ci sia dall’altra parte.