Dalle cave di Lipari un modello di rigenerazione: chiude a Catania la Aeolian Island Summer School

CATANIA – Quando i professionisti incontrano le future generazioni, quando un Ordine dialoga con l’Università, quando ingegneri e studenti lavorano insieme, ecco che si crea un connubio di innovazione e scambio che dà vita a importanti progetti. E questo è il caso di “Aeolian Island Summer School”. Ieri pomeriggio (10 ottobre), nell’aula magna del Rettorato, la giornata conclusiva, con consegna degli attestati, del progetto “L’archeologia industriale nell’epoca della transizione – Il caso studio delle cave di pomici PUMEX di Lipari”.

«Vogliamo consolidare una sinergia virtuosa tra Università e professionisti – sottolinea il Rettore Unict Enrico Foti – i professionisti portano esperienza nelle aule e, viceversa, l’Università entra nei contesti operativi. Un approccio vincente. I nostri ingegneri sono richiesti in tutto il mondo e ne siamo fieri, come categoria e come Ateneo». Sono state più di 90 le richieste di quest’anno e tra queste sono stati scelti 34 partecipanti per un progetto frutto di sinergie territoriali: «L’Università, l’Ordine degli Ingegneri e le aziende si mettono ancora una volta insieme con un obiettivo comune – dichiara il presidente degli Ingegneri di Catania Mauro Scaccianoce – il caso studio delle cave di pomici di Lipari ha visto queste realtà lavorare in uno stesso tavolo e io credo che questo sia il modello per generare sviluppo e dare ai giovani nuovi strumenti per rimanere nella nostra terra».

«Quest’anno abbiamo fissato l’attenzione sull’archeologia industriale – spiega il prof. DICAR Vincenzo Sapienza – un tema importante per la Sicilia, nella quale sono presenti tanti contenitori che possono essere rigenerati con interventi di recupero, qualificazione e valorizzazione. In particolare, le pomici di Lipari – che sono state abbandonate per rispettare la richiesta del vincolo dell’UNESCO – oggi possono tornare a nuova vita, diventando attrazione turistica ma anche centro servizi, con un ruolo di primo piano di racconto del territorio e di accoglienza, con un porto turistico o un piccolo albergo».

 

Per il mondo dei professionisti era presente anche il presidente della Fondazione Filippo Di Mauro e per quello accademico il direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Matteo Ignaccolo: «Queste iniziative – ha sottolineato – mettono insieme la didattica (vista l’esperienza sul campo), la ricerca (per il doversi misurare con territori ben specifici) e l’attività di terza missione (cioè, il contatto con il territorio, con i professionisti, con l’Ordine professionale). Fondamentale anche l’interazione tra vari settori scientifico-disciplinari del Dipartimento quali la progettazione architettonica, l’architettura tecnica, la fisica tecnica, la mobilità, i trasporti, l’idraulica e l’idrogeologia».

 

Durante la giornata conclusiva, i giovani aspiranti ingegneri hanno raccontato i loro studi, ricevendo gli attestati di un progetto per il quale già si sta lavorando alla sesta edizione. «L’idea è quella di continuare a lavorare sul caso studio delle cave di pomici di Lipari – afferma il consigliere dell’Ordine e Membro del Comitato Organizzativo AISS Stefano Cascone – spostando la nostra attenzione su edifici che quest’anno, per via del tempo limitato a nostra disposizione, non abbiamo potuto inserire all’interno delle attività progettuali».

«Noi cominciamo a lavorare alla Summer School già da gennaio – aggiunge il consigliere dell’Ordine e Membro del Comitato Organizzativo AISS Alfredo Foti – come comitato organizzativo diamo il nostro impegno, quasi settimanale, per poter dare a tutti i partecipanti e ai docenti un servizio veramente d’eccellenza».