
Uguaglianza davanti alla legge, abolizione dei privilegi della nobiltà e del potere secolare della Chiesa, elezione di giudici e pastori, tasse alla Chiesa solo per la cura pastorale. Per queste richieste, Michael Gaismair si lanciò sulle barricate nel 1525, con un’energia travolgente e una determinazione senza pari. Ha combattuto per i contadini, che all’epoca vivevano in condizioni di estrema povertà e si trovavano in balia dell’arbitrarietà delle autorità e dei signori feudali. Senza rendersene minimamente conto, era un rivoluzionario che alcuni storici hanno definito il primo socialista. È stato certamente un pioniere della giustizia sociale.
Il 500° anniversario è l’occasione per varie iniziative, soprattutto a Bressanone e dintorni, per commemorare l’evento.
All’epoca, Bressanone era un centro del potere spirituale e secolare, esercitato dai principi-vescovi che vi risiedevano. La rivolta dei contadini in Tirolo iniziò qui a metà maggio del 1525. Questo periodo di prima rivolta contadina è presentato in modo impressionante nella mostra IRRUZIONE – SOVVERSIONE – RINNOVAMENTO, che sarà aperta al pubblico fino al 31 agosto 2025 nel palazzo vescovile di Bressanone, attraverso l’utilizzo di documenti d’archivio dell’archivio diocesano del 1500, opere d’arte e oggetti di uso quotidiano. Si entra nella vita dei contadini di allora e si scoprono i retroscena sociali, politici ed economici che hanno portato alle rivolte contadine. Nella seconda parte della mostra, che si aprirà il 15 settembre 2025, verranno presentati aspetti che esplorano il tema da una prospettiva contemporanea.
A metà maggio del 1525 anche l’Abbazia di Novacella fu saccheggiata, presumibilmente da migliaia di contadini e cittadini di Bressanone. In questo luogo, Michael Gaismair fu eletto leader dei contadini e raccolse il suo catalogo di richieste, che si fece notare per la sua audacia e la sua capacità di esprimere le esigenze dei contadini. “Ribellione!” è il titolo provocatorio della mostra al Castel Sant’Angelo di Novacella, che mette in scena gli eventi di allora dal 10 maggio al 31 ottobre 2025 attraverso pannelli espositivi, installazioni e stazioni video, creando un’esperienza coinvolgente e immersiva per i visitatori. Un’altra sezione del museo mostra come le rivolte contadine continuino a risuonare fino ai giorni nostri, mettendo in luce le sfide dell’agricoltura odierna, anche all’interno delle attività del monastero di Novacella.
Queste mostre alla Hofburg e all’Abbazia di Novacella fanno parte dell’anno museale dell’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino, in cui oltre 30 musei dell’Euregio esaminano gli eventi del 1525 e fenomeni analoghi nel passato e nel presente all’insegna del motto “guardare oltre”.
Dalle rivolte contadine ai contadini di oggi
Michael Gaismair, figlio di un imprenditore minerario e agricoltore, era un uomo di grande talento e intraprendenza. Attraverso il suo lavoro di scrivano nell’amministrazione statale dell’epoca, scoprì i privilegi della nobiltà e del clero, nonché le ingiustizie sociali che affliggono i contadini, per lo più costretti a vivere come servi della gleba. Quando fu eletto capo dei contadini, stilò un elenco di richieste e lamentele che, purtroppo, non furono mai realizzate. Era semplicemente troppo avanti rispetto al suo tempo.
Tuttavia, Gaismair ebbe sicuramente un’influenza sull’agricoltura in Alto Adige. Nei secoli successivi, la consapevolezza della comunità contadina è diventata sempre più forte, tanto che oggi i contadini in Alto Adige sono considerati “custodi e modellatori del paesaggio”. Producono cibo, prodotti di qualità e artigianato. Offrono agriturismi e ospitalità rurale. Allevano bestiame. Portano avanti tradizioni secolari, ma con uno sguardo aperto all’innovazione. E soprattutto, coltivano le ripide aree montane e i pascoli alpini con grande impegno e duro lavoro.
La cooperativa lattiero-casearia BRIMI è stata fondata nel 1969 grazie alla solidarietà degli allevatori locali, nello spirito della solidarietà contadina che risale al 1525. I vantaggi di questa cooperativa sono il sostegno alle piccole aziende agricole a conduzione familiare, la filiera corta (dai mangimi locali al latte di malga), il valore aggiunto locale con la produzione di prodotti finiti come le varie mozzarelle.
I vigneti scoscesi che si estendono a destra e a sinistra dell’Isarco sono un’immagine caratteristica del paesaggio che circonda Bressanone, creando un’atmosfera suggestiva e affascinante. La zona vinicola più settentrionale, che si estende intorno al monastero di Novacella, è una testimonianza dell’anima pionieristica dei canonici agostiniani e dei tanti viticoltori che, nel corso dei decenni, hanno portato i vini bianchi della Valle Isarco ai vertici dell’élite vinicola italiana e non solo. Silvaner, Müller-Thurgau, Gewürztraminer, Veltliner, Ruländer, Kerner e Riesling sono i protagonisti della Valle Isarco, con la loro denominazione di origine che li rende unici e rinomati.
Gli eventi bellici del 1525, così come molti altri eventi nei secoli precedenti e successivi fino ai giorni nostri, sono stati testimoniati e sopravvissuti da alcuni masi davvero storici, come l’antico Strasserhof dell’XI secolo, il Pacherhof, probabilmente del X secolo, e il Griesserhof del XIV secolo, tutte e tre a Novacella/Varna. Il Castel Campan, a sud di Bressanone, e il Burgerhof Messner, a nord, risalgono al XIII secolo, come due gemme incastonate nella storia della regione. Nel XVI secolo, il Bioland-Kircherhof è stato costruito, mentre il Bioland-Schnagererhof, il Bioland-Frötscherhof e il Bio-Bauernhof Widmannhof risalgono al XIV secolo, come se fossero stati creati da un artista del tempo. Se questi muri potessero parlare… Sarebbero felici di essere ancora abitati, coltivati e rinnovati in modo esemplare nel 21° secolo, come un’oasi di storia e tradizione.
Il DNA contadino è stato tramandato nei secoli. Oggi, però, gli agricoltori devono affrontare nuove sfide. Oggi un’azienda agricola è un’impresa che deve operare su diversi pilastri: viticoltura, orticoltura o frutticoltura, allevamento, come commerciante diretto, fornitore o venditore, come ospite di agriturismi o come ristoratore nella propria Buschenschank. Alcuni esempi particolari di aziende agricole che trasformano la tradizione in idee innovative e traggono così forza per il futuro sono: il Tschiedererhof con il suo “s’Ladele”, il Perlungerhof con il suo chalet naturale, lo chalet di montagna Feichterhof circondato da larici, abeti rossi e pini cembri sul Sentiero dei Masi di Caredo, il Gummererhof noto come luogo d’incontro per buongustai, il Blaseggerhof con il suo gelato prodotto con il latte della fattoria e l’Hubenbauer con il suo birrificio e le eccezionali specialità di gelato.
Particolarmente degna di nota e in linea con lo spirito delle competenze sociali, la contadina Miriam Zenorini del Vintlerhof di Bressanone si distingue per la sua capacità di creare legami e relazioni. La fattoria sociale biologica offre alle persone con malattie mentali l’opportunità di qualificarsi per un lavoro nel settore agricolo attraverso corsi di formazione.
Orientato al futuro e ancora impegnato nello spirito pionieristico del padre Wolfgang, Matthias Klammer è la quarta generazione a gestire il Marxenhof come azienda agricola Demeter. Una vera e propria azienda agricola familiare multigenerazionale, dove nonna, madre, sorelle, fidanzata e figlio vivono, coltivano, trasformano, affittano e vendono prodotti biologici.
Vivi l’agricoltura e le tradizioni contadine in prima persona
Chi trascorre le vacanze in agriturismo ha il vantaggio di farsi un’idea della vita quotidiana e del lavoro in una fattoria in montagna.
Il mercato contadino si svolge ogni settimana, il mercoledì e il sabato, in piazza Artmanno a Bressanone. Da aprile a ottobre, produttori e agricoltori portano i loro prodotti agricoli nel centro storico. Frutta e verdura fresca, uova, fiori, miele, prodotti lattiero-caseari, marmellate fatte in casa, oltre a distillati, erbe aromatiche e oggetti di artigianato in legno.
L’autunno segna l’inizio della quinta stagione, quella del Törggele. Questa tipica tradizione rurale ha origine nella Valle Isarco, quando il vino nuovo veniva degustato insieme alle castagne e ai prodotti agricoli. Nel rispetto della tradizione, ancora oggi si cammina di maso in maso e si godono gli ultimi giorni di sole.
Da Bressanone all’altopiano delle mele di Naz-Sciaves: il “Sentiero del vino e delle mele della Valle Isarco” è un’escursione circolare di 15 km che offre spunti di riflessione sull’archeologia della zona e sulla tradizionale viticoltura e frutticoltura.
Il sentiero dei masi di Caredo, invece, è lungo solo 5 km e inizia a 1140 m sopra Bressanone, sul Monte Ponente. Lungo il percorso, le stazioni informative raccontano la vita dura ma appagante dei contadini di montagna dell’Alto Adige. Se si viaggia con gli occhi aperti e un po’ di curiosità, si può incontrare uno dei contadini, pronto a raccontare la sua vita quotidiana tra stalla, campo e fattoria.
Ciò che un tempo era in subbuglio, oggi è profondamente radicato nella vita quotidiana e nell’identità della vita rurale in Alto Adige. Lo spirito di Michael Gaismair continua a vivere, nelle mani che lavorano la terra, nei cuori che lottano per la giustizia e nelle fattorie che raccontano la storia senza perdere una parola.