ARTE & CULTURE: Terra che rinasce / Reborning Clay

Martedì 6 maggio alle ore 19, il Museo Carlo Zauli di Faenza – in collaborazione con la Strada Europea della Ceramica – presenta la restituzione espositiva del progetto Terra che rinasce / Reborning Clay, promosso nell’ambito del PNRR dall’Unione europea – Next Generation EU e focalizzato su un differente modo di produrre artigianato artistico ceramico diffondendo e valorizzando buone pratiche di sostenibilità e responsabilità ambientale.

A seguito dell’alluvione che nel maggio 2023 ha colpito il Museo Carlo Zauli, devastandone ambienti e programmazione, si sono disciolte all’interno dello storico magazzino del museo tonnellate di argilla e ossido di ferro che erano presenti soltanto come conservazione, e insieme all’argilla del fiume Lamone esondato hanno dato luogo ad un nuovo impasto che, in accordo con gli esperti dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale dell’Emilia Romagna, è consigliabile riciclare e non smaltire. Terra che rinasce / Reborning Clay intende riutilizzare questo impasto per la realizzazione di opere ceramiche ad altissimo grado di sostenibilità, favorendo il recupero dei materiali.

Per questo, nel 2024 il Museo Carlo Zauli ha aperto un open call rivolta a giovani artisti/e ceramisti/e under 40 che risiedono nelle città appartenenti alla Strada Europea della Ceramica, per una residenza d’artista all’interno degli spazi museali e nei laboratori che furono di Carlo Zauli, con l’obiettivo di creare opere che analizzano e affrontano nel processo creativo le tematiche del rapporto tra uomo e natura, tra matericità e struttura formale dell’opera, così come lo era la filosofia che animava l‘opera di Carlo Zauli e che è tuttora presente nella ceramica contemporanea. Per completare il processo virtuoso, il progetto ha l’obiettivo di produrre tali opere ceramiche avvalendosi di attrezzature e strumenti di nuova produzione, all’avanguardia per quanto riguarda i bassi consumi energetici.

Una giuria composta da Matteo Zauli, Direttore Museo Carlo Zauli di Faenza, Mara De Fanti, Direttrice del Museo della Ceramica Giuseppe Gianetti di Saronno, Eva Fürtbauer del Dipartimento Cultura – Associazione per la Promozione degli Artisti Europei della Ceramica, Simposio Internazionale della Ceramica di Gmunden (Austria) e Benedetta Diamanti, Direttrice Strada Europea della Ceramica, ha selezionato tre artiste, le cui opere realizzate nel periodo di residenza (marzo-aprile 2025) saranno esposte in mostra martedì 6 maggio alle ore 19. Quattro invece sono state le menzioni di merito: Gur Inbar, Ming-Miao Ko, Silvia Ileana Listorti e Giulio Polloniato. In mostra saranno presenti anche le opere realizzate da Silvia Ileana Listorti.

Auréline Caltagirone è una visual designer con sede in Occitania dal 2022. Durante i suoi studi in design della ceramica all’ENSA di Limoges, ha imparato a mettere in discussione il comportamento umano indotto dagli oggetti che li circondano. Si trasferisce poi in Portogallo, dove studia presso la scuola di arti visive Ar.Co di Lisbona. Questa esperienza apre il suo campo di pratiche a un ricco patrimonio artigianale. Negli ultimi anni ha partecipato a residenze artistiche in Francia e in Europa, dove ha perfezionato il suo approccio alla ceramica e scoperto nuovi mezzi di espressione come la stampa 3D o la programmazione.

Myrto Patramani è un’artista visiva originaria di Creta che attualmente vive a Goteborg, Svezia. Consegue una laurea in Belle Arti presso la Athens School of Fine Arts. Nel 2020 le è stata assegnata la residenza e il programma di borse di studio della Stavros Niarchos Foundation e del Siena Art Institute (SNF-SART). Lavora principalmente con argilla, metallo, tessuti e disegni figurativi, per creare opere scultoree e installazioni che tracciano associazioni tra il mondo simbolico degli oggetti, degli esseri umani e della natura.

Elio Secondo (Alessia Marchese) studia scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha partecipato a diversi progetti di residenza e mostre. Riassemblare, riutilizzare, dare vita, sono azioni che risuonano profondamente nella sua pratica artistica e nel suo approccio al dialogo tra materia e memoria. Il corpo ha un ruolo fondamentale nella sua ricerca artistica: non è visto semplicemente come uno strumento della mente per creare, ma come un’entità capace di interagire con la materia in modo paritario, intuitivo e sensibile. È attraverso questo dialogo che crea, esplorandone i confini e le possibilità.

Silvia Ileana Listorti si diploma in Arti Visive presso NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. Le collaborazioni con teatri italiani ed europei, i laboratori di danza Butoh e i seminari di Shodo portano l’artista a rivolgere l’attenzione al corpo e al suo incessante mutare così come alla precarietà e fragilità delle forme. Attenta alle intime trasformazioni della materia stessa, la sua produzione artistica attinge a diversi linguaggi tra cui la scrittura, il disegno, la scultura. Il fluire del tempo è al cuore della sua pratica: utilizza vetro, gesso, cera e argilla, materiali che manipola in un lento processo rivelandone altre forme. Partecipa a mostre in Italia e all’estero, le sue opere appartengono a collezioni pubbliche e private.

 

L’intero progetto è stato digitalizzato su una nuova sezione dedicata del sito del Museo Carlo Zauli, a cura di Stefano Sangiorgi.