
I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di finanza di Napoli hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di nove soggetti gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere, esercizio abusivo di attività di giochi e scommesse e trasferimento fraudolento di valori, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa.
Le indagini svolte hanno permesso di accertare gravi indizi dell’esistenza di un sodalizio dedito alla raccolta abusiva delle scommesse per conto del clan dei Casalesi sia mediante l’installazione in tutto l’agro aversano di apparecchi da gioco di tipo videopoker e slot machine non connessi alla rete informatica dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, sia attraverso l’organizzazione di scommesse clandestine su piattaforme telematiche, parimenti non autorizzate dalla predetta Agenzia.
A capo del sodalizio vi era un elemento di vertice del clan dei Casalesi (fazione Russo-Schiavone) che, come indicato concordemente da vari collaboratori di giustizia e da diversi provvedimenti giudiziari, ha curato per anni per conto del clan la riscossione di varie entrate di denaro (comprese le somme oggetto di estorsione), il versamento delle stesse nella cassa comune, la distribuzione degli stipendi agli affiliati ed il mantenimento dei rapporti con imprenditori e politici vittime del clan o collusi.
Il predetto soggetto, già condannato in via definitiva per il reato previsto dall’art. 416 bis c.p., è rientrato alla fine del 2021 a Casal di Principe dopo essere stato sottoposto alla misura di sicurezza della libertà vigilata in un comune laziale e ha riannodato i rapporti – semmai interrotti – con il clan di appartenenza, ricominciando a frequentare uomini legati al clan o comunque pregiudicati e riattivando così una cellula criminale dell’organizzazione.
Il sodalizio ha, quindi, progressivamente ampliato la rete di bar e di altri esercizi commerciali dove poter installare apparecchi e congegni da intrattenimento scollegati dalla rete telematica di ADM, anche avvalendosi di soggetti prestanome. Inoltre, ha esercitato la raccolta abusiva delle scommesse clandestine nell’interesse del clan, utilizzando siti internet dedicati e conti di gioco per gli scommettitori, anche attraverso agenzie autorizzate, ai cui titolari veniva riconosciuta una percentuale sulle scommesse non autorizzate gestite in modo parallelo.
Per sei indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per due gli arresti domiciliari e per un altro il divieto di dimora nelle province di Napoli e Caserta.