Lotta al narcotraffico: 37 arresti in totale tra Calabria e Campania

Due diverse operazione in Calabria e Campania contro il narcotraffico hanno permesso di arrestare in totale 37 persone.

Oltre 120 poliziotti sono stati impegnati nelle province di Platì, Siderno e nelle città di Milano, Spoleto, Pavia e Voghera per l’arresto di 17 persone tutte indagate, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, coltivazione di piantagioni di canapa indiana, lavorazione e commercializzazione di marijuana e detenzione illegale di armi comuni da sparo, mentre altre quattro persone sono risultate irreperibili.

Gli investigatori della Squadra mobile hanno determinato che la struttura era perfettamente organizzata in tre gruppi tra loro interconnessi e impegnati uno nel traffico di cocaina dal Sudamerica, un altro nell’instaurare e mantenere rapporti con i narcos colombiani direttamente in loco, e, infine, l’ultimo specializzato nella coltivazione, stoccaggio, confezionamento della canapa indiana e nella commercializzazione della marijuana ricavata.

Parallelamente a Napoli e provincia i poliziotti della Squadra mobile hanno eseguito un’ordinanza che dispone la custodia cautelare in carcere per 18 persone, gli arresti domiciliari per due e il divieto di dimora per altre cinque, tutte indagate a vario titolo, per associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di stupefacenti, ricettazione, detenzione di armi clandestine e detenzione e porto abusivo di armi da sparo.

Gli agenti, durante le indagini, hanno documentato una collaudata filiera di approvvigionamento degli stupefacenti e un controllo della vendita al dettaglio che spaziava dalla classica cessione fino a quella, ormai sempre più utilizzata, della vendita “delivery”, effettuata su commissione telefonica in luoghi diversi, concordati di volta in volta con l’acquirente, tanto che, nel corso delle indagini, i poliziotti sono riusciti a sequestrarne ingenti quantitativi, insieme a materiale per il confezionamento e al denaro contante derivato dalle vendite.

Gli investigatori, oltre a individuare come base operativa un autolavaggio dove gli indagati intrattenevano la maggior parte degli affari e un immobile utilizzato per lo stoccaggio e il confezionamento degli stupefacenti, hanno avvalorato il legame esistente tra gli indagati attraverso il rinvenimento e il sequestro della documentazione contabile relativa all’esistenza di una cassa comune dove venivano gestiti i proventi dell’attività criminale.