
Le loro vittime erano prevalentemente persone anziane, che venivano individuate e accerchiate all’interno dei supermercati dove, mentre una donna distraeva l’obiettivo, l’altra asportava con abilità il portafoglio dalla borsa o dallo zaino.
I poliziotti della Squadra mobile di Pordenone hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti delle due donne e di un uomo di nazionalità bulgara, accusati di far parte del gruppo criminale specializzato nella commissione di furti seriali con carattere transnazionale, commessi sul territorio italiano e in altri Paesi dell’Unione europea.
L’attività investigativa ha preso impulso dalla denuncia di una 79enne che aveva subito un furto il 19 gennaio scorso all’interno di un supermercato di San Vito al Tagliamento (Pordenone).
Il primo intervento è stato eseguito da un equipaggio delle Volanti, che ha analizzato le immagini della videosorveglianza. Proprio da questa analisi è partito l’approfondimento investigativo della Squadra mobile.
Analisi delle comunicazioni telefoniche e telematiche, monitoraggio dei movimenti dei veicoli attraverso l’analisi delle tracce Gps e raccolta di testimonianze dirette, hanno permesso agli investigatori di arrivare all’identificazione dei tre bulgari, e alla ricostruzione dettagliata delle loro modalità operative.
Fondamentale è stata l’individuazione di un tatuaggio ben visibile sul collo di una delle due donne, che ha anche ispirato il nome dell’indagine “Operazione tattoo”.
Lo stesso 19 gennaio sono stati documentati altri quattro furti messi a segno con la stessa tecnica, presso altrettanti supermercati in provincia di Pordenone e Udine.
L’uomo del gruppo fungeva da autista e da palo, rimanendo all’esterno in constante contatto telefonico con le complici, pronto a darsi alla fuga.
Gli investigatori hanno scoperto che i criminali arrivavano in Italia dalla Bulgaria a bordo di auto prese a noleggio, colpivano in rapida sequenza esercizi commerciali in diverse località, e poi, a fine giornata, tornavano nel loro Paese d’origine, come veri e propri trasfertisti del crimine.
A seguito del rilievo transnazionale dell’indagine, è stata attivata la collaborazione con le autorità di polizia della Bulgaria, che hanno contribuito ad identificare gli indagati, tutti con precedenti specifici e già coinvolti in analoghi crimini in altri Paesi europei, in particolare in Austria.
L’operazione ha portato il 19 luglio all’arresto di due dei tre elementi della banda presso l’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo), al momento dello sbarco da un volo proveniente dalla Bulgaria, in esecuzione di una misura cautelare emessa il 20 giugno.
Il 25 luglio anche il terzo componente del gruppo criminale è stato rintracciato nei pressi della stazione ferroviaria di Trieste, ed è stato arrestato.