
I poliziotti della Squadra mobile di Modena hanno arrestato un giovane di 20 anni gravemente indiziato dei reati di violenza sessuale pluriaggravata, rapina aggravata e lesioni aggravate, commessi il 19 agosto scorso nei confronti di una donna.
La vittima, mentre percorreva in sella alla sua bicicletta il percorso naturalistico lungo il fiume Panaro, è stata spintonata e aggredita dall’indagato. Il ragazzo l’ha trascinata in un punto isolato e non visibile, le ha legato con una corda prima le mani e poi il collo e infine l’ha violentata. Consumata la violenza sessuale, l’arrestato ha rapinato la donna della bici del valore di circa 4mila 500 euro, degli effetti personali e del cellulare.
Sul luogo dello stupro, allertati dalla vittima, sono intervenuti gli agenti di Volanti, Squadra mobile e Scientifica della Questura. La donna, dopo aver ricevuto le cure necessarie in ospedale, presentava querela contro l’aggressore e forniva una descrizione dettagliata dello stesso, tramite la quale gli specialisti della Polizia disegnavano un identikit.
Attraverso l’analisi delle celle telefoniche attivate nella zona dove era avvenuta la violenza, gli investigatori hanno individuato l’utenza cellulare dell’uomo, compatibile con la sua presenza nell’ora e nel luogo di consumazione del delitto.
Nel corso della perquisizione dell’abitazione dell’arrestato, i poliziotti hanno rinvenuto la forcella della bicicletta e gli indumenti che l’uomo indossava in occasione della violenza sessuale. Su indicazione dell’indagato inoltre, veniva recuperato anche il telaio del mezzo all’interno di un canale.
Le impronte digitali del giovane infine, venivano comparate dagli esperti della Polizia scientifica con i frammenti di segni da lui lasciati sullo schermo del telefono e su una lente degli occhiali della vittima che erano stati sequestrati dai poliziotti nel primo sopralluogo.