
I militari del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza hanno eseguito un’ordinanza di arresti domiciliari, emessa dal GIP Maria Cristina Sala su richiesta della Procura della Repubblica di Palermo, per i delitti di intestazione fittizia di beni e autoriciclaggio. Per i medesimi reati è inoltre in corso di esecuzione il sequestro di tre aziende. Personaggio chiave dell’indagine, nonché destinatario dell’ordinanza, è Cosimo VERNENGO, storico esponente della famiglia mafiosa di Santa Maria del Gesù. Le complesse ed articolate indagini, coordinate dal Procuratore Aggiunto Salvatore De Luca, hanno fatto emergere una serie di cointeressenze economiche occulte, riconducibili al boss. Tanta era la voglia del figlio di Pietro “u Tistuni” di rimettersi in gioco, che dopo i 7 anni di detenzione e l’avvenuta scarcerazione nell’ottobre 2011, si era da subito attivato andando alla ricerca spasmodica di attività in cui investire i proventi di origine illecita del clan. Per raggiungere tale scopo, l’uomo ha individuato una serie di imprese – tutte dislocate a Palermo – che ha fatto intestare a soggetti per lo più molto giovani, la gran parte dei quali suoi familiari (tra cui il figlio ed il genero) risultati privi di capacità patrimoniale e di specifico background professionale per gestite tali aziende. Le indagini svolte dai finanzieri hanno permesso di disvelare il ruolo di prestanome dei vari parenti di VERNENGO, reale dominus delle attività. In ragione degli elementi emersi, l’Autorità Giudiziaria ha disposto, oltre agli arresti domiciliari per Cosimo VERNENGO, anche il sequestro di varie imprese a lui riconducibili operanti nel settore della distribuzione di carburante e del rimessaggio di barche