
Un consulente del lavoro e un commercialista di Adria (padre e figlio), al fine di ottenere il permesso di soggiorno o eventuali rinnovi per cittadini extracomunitari, prevalentemente di origine maghrebina, creavano ditte fittizie nel settore agricolo, intestate quasi esclusivamente ad altri extracomunitari, generando false assunzioni di maestranze per lavori stagionali, false certificazioni dei redditi percepiti, falsi bilanci, falsi contratti di lavoro, false locazioni di terreni agricoli e macchinari ad uso agricolo nonché false residenze o domiciliazioni. Inizialmente il G.I.P. di Rovigo aveva disposto la misura cautelare del divieto di esercizio delle professioni di dottore commercialista, consulenza ed assistenza in materia contabile, del lavoro, contrattuale, societaria, fiscale e finanziaria per un anno a seguito delle indagini svolte dagli uomini della Tenenza della Guardia di Finanza di Adria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Rovigo. Gli accertamenti sono partiti da alcune informazioni che facevano sospettare l’inesistenza e l’inoperosità di alcune aziende agricole e la falsità quindi delle relative assunzioni dei lavoratori. Gli sviluppi investigativi consentivano di appurare che, tramite lo studio dei due commercialisti erano state realizzate numerose false assunzioni lavorative che venivano strumentalizzate per l’ottenimento di permessi di soggiorno con conseguente configurazione del reato contestato, cioè la condotta di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (art.12 L. 286/98). Una ventina i casi appurati ma molti altri sono al vaglio degli investigatori che sono dovuti intervenire tempestivamente per interrompere l’attività illecita che consentiva l’arrivo, in territorio italiano e quindi europeo, di soggetti privi di alcuno dei requisiti previsti dalla legge così creando una criticità nel sistema di monitoraggio sugli ingressi di soggetti extracomunitari in un contesto di massima allerta quale quello attuale. Per addivenire all’acquisizione delle prove del reato gli uomini della GdiF di Adria hanno dovuto esaminare migliaia di documenti, tra false buste paga e falsi contratti d’affitto utili a certificare la residenza dei richiedenti in territorio italiano, ed eseguire altrettanti riscontri sentendo in atti soggetti ignari di aver praticato assunzioni e i rappresentanti delle associazioni di categoria che hanno collaborato nello stabilire l’inesistenza dei rapporti contrattuali simulati dai responsabili dell’attività illecita. E tutto ciò muovendosi nella più assoluta riservatezza atteso che lo studio dei due commercialisti si trova a due passi dalla sede del Comando della Tenenza della Guardia di Finanza di Adria. Le Fiamme Gialle hanno poi appurato che i due professionisti, nonostante l’interdizione, proseguivano nell’attività illecita mediante l’istruzione di altre pratiche di assunzione di soggetti extracomunitari ovvero proseguendo nell’attività di consulenza anche interponendo la figura di altri professionisti. La condotta in argomento ha motivato il nuovo provvedimento del G.I.P. che ha disposto gli arresti domiciliari per entrambi gli indagati. Al vaglio degli investigatori ancora una mole enorme di documenti che potrebbero riservare ulteriori sorprese.