Ancona: Indagine banca Marche – eseguiti sequestri preventivi e per equivalente

Nell’ambito del procedimento penale n.6626/15-21 R.G.N.R., è stata data esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari, Antonella Marrone, nei confronti di 3 indagati, persone nei cui confronti è stato, altresì, notificato l’avviso della conclusione delle indagini preliminari ex art. 415-bis c.p.p. per le fattispecie di reato di cui agli articoli 2635, 1°, 3° e 4° comma del codice civile e 61, 7° comma codice penale. Le attività, eseguite dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Ancona al termine di un biennio di indagini, sotto la direzione del Procuratore Capo facente funzioni, Irene Bilotta e dei Pubblici ministeri,Serena Bizzarri, Andrea Laurino e Marco Pucilli, hanno riguardato le ipotesi di reato commesse dagli indagati nella loro qualità, rispettivamente, di Direttore Generale pro-tempore di Banca delle Marche S.p.A., attualmente in Amministrazione Straordinaria;e di imprenditori – clienti del citato istituto di credito. L’allora Direttore Generale si sarebbe adoperato, per mezzo della sua qualifica, per far concedere, da parte di Banca delle Marche, linee di credito a breve tempo a un gruppo di società riconducibili a uno degli imprenditori, in mancanza delle condizioni e delle garanzie finanziarie previste. Il tutto, a seguito di dazione di denaro o altra utilità. In particolare, le utilità derivate al Direttore quale prezzo del reato di corruzione sarebbero da riferire, in primo luogo, all’acquisto, da parte di una società di fatto riconducibile allo stesso ex direttore generale di Banca Marche, di un immobile di pregio in Roma, nel quartiere Parioli, cedutole da una società riconducibile all’imprenditore e, inoltre, alla corresponsione di canoni di locazione gravanti su detto immobile, a favore di una società riconducibile a familiari del Direttore Generale, da parte di altra azienda comunque riferibile all’imprenditore interessato. Il danno cagionato a Banca delle Marche, derivante da tali condotte, è risultato pari a € 4.590.000,00. Nel medesimo contesto, l’altro imprenditore avrebbe posto in essere operazioni immobiliari e finanziarie tra loro connesse sia dal punto di vista temporale che soggettivo, volte a far ottenere, all’ex Direttore Generale, vantaggi patrimoniali quale prezzo della corruzione per avergli garantito operazioni di finanziamento, quali linee di credito e scoperti bancari, risultate dannose per la Banca erogante che mai avrebbero avuto modo di perfezionarsi senza l’illecito interessamento determinante del Direttore stesso.
Per tali specifiche condotte, il danno cagionato a Banca delle Marche è risultato pari a € 10.300.000,00. Tutte le operazioni di finanziamento deliberate da Banca delle Marche e prese in considerazione nell’ambito del procedimento penale sarebbe da ricondursi alla partecipazione e alla consapevole attività di impulso dell’ex Direttore Generale, determinante per il buon fine delle illecite erogazioni a favore degli imprenditori. La Guardia di Finanza ha eseguito, contestualmente, nelle Marche, in Puglia, in Emilia Romagna, in Lombardia e nel Lazio il sequestro preventivo su beni immobili riconducibili agli indagati e alle coniugi (2 abitazioni in Bologna, 1 appartamento in Parma e 2 in Roma, tra cui l’immobile di pregio ubicato in via Archimede), partecipazioni societarie e oltre 20 conti correnti in diversi istituti di credito, per un importo complessivo pari a quasi 15 milioni di euro. La Procura della Repubblica di Ancona sottolinea che l’indagine è stata ed è seguita in modo costante e altamente professionale dalla Guardia di Finanza di Ancona, che ha messo a disposizione della Procura, pressoché quotidianamente, risorse e professionalità. Gli odierni sequestri hanno a oggetto fatti per i quali si è proceduto in modo separato e prioritario; sono altresì in corso notifiche agli indagati di avvisi di conclusione di indagine in relazione ai fatti sopra evidenziati. Il procedimento penale principale comunque prosegue per numerose altre ipotesi di reato in ordine alle quali sono ancora in corso valutazioni sulle attività da svolgersi e nel prosieguo saranno prese altre decisioni finalizzate progressivamente a definire eventuali ulteriori aspetti penalmente rilevanti. L’indagine, partita ad ampio raggio, si è via via focalizzata su concrete, specifiche e singole vicende, come sempre occorre fare nelle indagini penali, perché occorre giungere ad enucleare singoli accadimenti penalmente rilevanti, forniti di uno standard probatorio sufficiente per poter sostenere l’accusa in giudizio. L’Autorità Giudiziaria penale si occupa istituzionalmente solo di fatti che costituiscono reato e non è chiamata ad analizzare e risolvere problematiche gestionali e socio-economiche che fanno capo ad altre istituzioni.