Arrestato Maruccio, fondi Idv bruciati al videopoker

Per l’ex capogruppo dell’Idv alla Regione Lazio Vincenzo Maruccio è scattato l’arresto. Parte dei soldi che sarebbero stati prelevati dalle casse del gruppo alla Pisana sarebbero stati usati per giocare nella società di un dirigente del partito. "Malato di videopoker o smistatore di rimborsi elettorali in società amministrate da complici per il riciclaggio di denaro? – scrive La Stampa -. L’arresto, ieri mattina, di Vincenzo Maruccio – l’ex capogruppo regionale dell’Italia dei valori, 34 anni, calabrese, accusato di aver sottratto negli ultimi due anni 1 milione di euro dalle casse del partito – è solo l’aspetto più eclatante dell’inchiesta sull’ex enfant prodige Idv super sponsorizzato da Antonio Di Pietro. Non solo perche’ le indagini della procura di Roma sono estese – per favoreggiamento o false dichiarazioni ai pm – a collaboratori dell’arrestato (una, Laura Marchesi, è già stata indagata). Ma anche, e soprattutto, perchè molti sono ancora i punti oscuri da chiarire in una vicenda in bilico tra le slot machine gestite da un amico calabrese e uno romano dirigente Idv e un mix di massoneria e ‘ndrangheta.
Non a caso, come si legge nell’ordinanza, la Marchesi – intercettata al telefono dopo una riunione in albergo dove Maruccio aveva provveduto a ‘concordare con i collaboratori le versioni a se’ favorevoli perche’ collimanti con i suoi racconti in ordine alle anticipazioni per il finanziamento di eventi politici’ pronuncia parole allarmanti. ‘So tutta quanta la storia – dice al marito – Poteri molto forti…omissis….poteri molto forti….’. Quali sono questi poteri? Sulla ‘ndrangheta c’e’ un’inchiesta della Dda di Catanzaro per l’acquisto di voti in cambio di appalti (ma Maruccio, pur evocato, non e’ indagato). ‘Ho usato i soldi per la regolare attivita’ del partito’ continua a ripetere lui. Ma il gip bolla come ‘fantasiosa e predatoria’ la sua ricostruzione dei prelievi dai conti Idv versati poi nei suoi 15 conti personali. All’appello dei 956.670 euro che, secondo il procuratore aggiunto Nello Rossi e il sostituto Stefano Pesci, sono finiti, da due conti correnti aperti dall’Idv sulle banche Cariparma e Credito Artigiano, nelle tasche di Maruccio (accusato di peculato) ne mancano infatti 850 mila.
Sulla carta, perche’ nei pagamenti ‘tracciabili’ ne mancano addirittura 941.500. Le indagini del gruppo Valutario della Guardia di Finanza agli ordini del generale Bottillo stanno proseguendo per capire dove sono finiti quei soldi. I due titolari della ‘Las Vegas Slot Room’ (della Travaso srl), hanno spiegato agli inquirenti che Maruccio ‘ha potuto perdere al gioco cifre considerevoli che potrebbero ammontare anche a 100 mila euro’. E a conferma delle loro dichiarazioni, e’ stata trovata traccia di assegni, a firma di Maruccio, per 14 mila e 500 euro. Era stato lo stesso ex tesoriere regionale Idv a dichiarare, durante l’interrogatorio, che si faceva prestare, per importi di 3-4 mila euro alla volta, i soldi da ‘amici della Travaso’. Lui aveva taciuto la dipendenza dal videopoker e nella sala giochi, per la verita’, non se lo ricorda quasi nessuno. E allora, Maruccio ‘bombardiere’ perdeva veramente il denaro o fingeva per coprire altre operazioni? Dall’ordinanza (per 30 giorni in carcere prolungabili) emerge, poi, che un’ex convivente di Maruccio lo avrebbe aiutato ‘economicamente con la cessione di un quinto dello stipendio’. Ma lui le avrebbe, con soldi del partito, pagato ‘il canone di locazione dell’appartamento che le era in uso mediante un assegno di 5.400 euro’. E ancora: ‘seppe da un collaboratore di essere intercettato’. Il gip scrive anche che l’ex capogruppo ‘riceveva soldi dai parenti, quali la madre che dalla Calabria, a suo dire, gli inviava con l’autobus i risparmi della nonna e amici vari, alcuni calabresi’. Per il suo avvocato, Luca Petrucci, l’arresto ‘pare uno strumento di pressione sull’indagato: si era dimesso e aveva offerto la massima collaborazione’".

Intanto nel Lazio, dopo le dimissioni di Renata Polverini, si dovrebbe tornare al voto il 10 e 11 febbraio. "Il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri – scrive La Repubblica – ha informato il presidente della Regione Lazio, Polverini, della decisione di invitare i prefetti di Milano e Campobasso a convocare i comizi per le regionali in Lombardia e Molise, che si dovranno tenere appunto nelle due giornate di febbraio 2013.
Non cosi’ nel Lazio, dove la legge (anzi lo Statuto) prevede che sia il governatore uscente a fissare la data delle elezioni. Cosi’, si e’ dovuto consumare il passaggio formale per ‘concordare ‘ con la Polverini la medesima data del 10 e 11 febbraio. A questo punto sara’ pressoche’ ininfluente il giudizio del Consiglio di Stato al quale la governatrice dimissionaria aveva fatto ricorso dopo il pronunciamento del Tar (che le imponeva di indire elezioni entro cinque giorni).
Tramonta l’election day, dunque. Regionali prima e politiche sempre piu’ probabili il 7 e 8 aprile. Cicchitto attacca: ‘Scelta folle e dissennata far votare in quelle due regioni a distanza di due mesi, favorisce Grillo e l’astensionismo ‘.
La novita’ del resto ha gettato nel panico in serata il Pdl e soprattutto la segreteria Alfano, gia’ al lavoro sulle primarie (spalmate su piu’ settimane) nonostante l’ostilita’ di Berlusconi. Nelle fondamentali regioni del Lazio e della Lombardia diventa ora quasi impossibile dedicarsi al contempo alla campagna interna al partito. Il nervosismo in serata era alle stelle, in via dell’Umilta’. Anche perche’ una decina di deputati si preparano a lasciare il gruppo a Montecitorio, impauriti dal crollo di consensi, dal Berlusconi in fuga e stanchi del segretario schiacciato sulle posizioni degli ex An. A guidare la fronda, la vicecapogruppo Isabella Bertolini, con lei anche Roberto Tortoli annuncia di lasciare il partito. Sull’uscio l’avvocato Gaetano Pecorella, Franco Stradella, Andrea Orsini, Maria Teresa Armosino. Sarebbero stati contattati anche l’ex sottosegretario alla Difesa, Giuseppe Cossiga e Giorgio Stracquadanio, per raggiungere quota dieci nel Misto e poi magari i venti di un gruppo vero.
Con i montezemoliani Giustina Destro, Fabio Gava, Enrico Musso. Altri, dicono, se ne aggiungeranno nelle prossime ore.
Tutti al lavoro per una lista "pro Monti", in attesa di Montezemolo ma anche d’intesa con Casini. Tutto marcia spedito ormai verso la stagione delle urne. Ma la legge elettorale affonda ancora nel pantano del Senato. Spunta un nuovo "lodo Calderoli" ma a questo punto e’ sempre meno probabile che il testo lasci la commissione per approdare in aula la prossima settimana. Calderoli propone di abbassare la soglia del premio di maggioranza dal 42,5 previsto al 40 per cento, dopo le proteste del Pd, e di introdurre un "premietto" per il partito che prende piu’ voti senza pero’ raggiungere quella soglia. L’autore del Porcellum suggerisce che quel premio di "consolazione" venga fissato in misura proporzionale, pari al 20 per cento dei seggi conquistati.
Ipotesi che a fine giornata il capogruppo Pd, Anna Finocchiaro, prende in considerazione. Ma al dialogo sembrano poco inclini Pdl e Udc. ‘Sulla legge elettorale rischiamo di rimanere nel regno del dire piu’ che del fare ‘ ammette Casini. Mentre La Russa sostiene che col lodo Calderoli si rischia di ‘minare il bipolarismo: non e’ concepibile accoppiare al premio di governabilita’ alla coalizione un incomprensibile premio al primo partito ‘. Porte chiuse, insomma. Si va avanti solo ‘con passi di lato’, per dirla col presidente della commissione Affari costituzionali, Carlo Vizzini. E nel dibattito irrompe, via blog, Beppe Grillo, che attacca la bozza in esame: ‘Una norma contra personam, contro Grillo e il movimento per salvare quello che resta della partitocrazia’".