Progetto attentato contro magistrato Dda etnea Pacifico

E’ Pasquale Pacifico il magistrato in servizio quale sostituto procuratore presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Catania "ed attivamente impegnato, da diversi anni, nelle indagini" sul conto del clan Cappello-Carateddi e nei processi che ne sono scaturiti. L’uomo al quale ieri sera i carabinieri del nucleo investigativo di Messina hanno notificato una ordinanza di custodia cautelare in carcere è Orazio Finocchiaro, 40enne catanese, appartenente all’associazione mafiosa etnea del clan Cappello-Carateddi, all’interno della quale "era stato recentemente programmato un attentato" alla vita di Pacifico.

Le indagini sul progetto di attentato sono state avviate alcuni mesi fa quando un detenuto, ex collaboratore di giustizia estromesso dal programma di protezione, inserito nel clan mafioso catanese Cappello-Carateddi, ha riferito agli inquirenti di aver ricevuto mandato dal suo clan di riferimento, e in particolare da Orazio Finocchiaro, di uccidere il dottor Pacifico, verso il quale il gruppo aveva maturato una forte animosità. Le direttive erano pervenute al detenuto tramite alcuni ‘pizzini’ recapitatigli in carcere e recuperati dagli inquirenti: inconfutabile la paternità degli scritti, grazie ad accertamenti grafici eseguiti sul materiale. "L’attentato – spiegano i carabinieri – avrebbe verosimilmente costituito un mezzo per affermare la leadership emergente di Finocchiaro, il quale a differenza dei capi storici del sodalizio, Orazio Privitera e Sebastiano Lo Giudice, sottoposti al 41 bis, era destinato a uscire dal carcere di qui a pochi mesi". All’indagato viene contestata l’associazione di tipo mafioso "per aver partecipato, con funzioni direttive, ad un’associazione di tipo mafioso, la quale annoverava nel suo programma delittuoso proprio il progetto di realizzare, con l’uso di armi da fuoco nella disponibilità del clan, un attentato in danno del magistrato". Il progetto di attentato maturato da Finocchiaro, si spiega ancora, "diretto a colpire una figura di così elevato profilo istituzionale, è indice di una personalità ambiziosa, che mira ad acquisire maggior potere e a guadagnare posizioni nella articolazione gerarchica del gruppo mafioso al quale appartiene".

L’ordinanza è stata emessa su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, dal Gip del Tribunale peloritano, Daniela Urbani. Il provvedimento è stato notificato all’indagato in un carcere dell’Italia settentrionale, dove l’uomo è agli arresti per altra causa. Le indagini, condotte dal nucleo investigativo del reparto operativo di Messina e dirette dal procuratore della Repubblica di Messina, Guido Lo Forte e dal sostituto procuratore Camillo Falvo, spiegano i militari, si inserisce nel più ampio contesto delle pregresse indagini che la squadra mobile di Catania ha negli ultimi anni condotto sul clan mafioso catanese Cappello, culminate con l’operazione Revenge.