PARMALAT: CASSAZIONE, TANZI NON HA PRESO COSCIENZA SUOI CRIMINI

E’ "ancora lungo il cammino" che Callisto Tanzi deve percorrere "per pervenire ad una significativa presa di coscienza del disvalore dei comportamenti criminosi da lui tenuti": l’ex patron della Parmalat continua "ad addebitare alle banche la gran parte della responsabilità dei reati fino a oggi accertati nei suoi confronti". Così la prima sezione penale della Cassazione spiega perchè, l’8 febbraio scorso, decise di rigettare il ricorso presentato dall’ex patron della Parmalat contro un’ordinanza con cui il Tribunale di sorveglianza di Bologna, il 7 giugno del 2011, aveva detto no alla sua richiesta di arresti domiciliari. La Suprema Corte, con la sentenza n. 8712 depositata oggi, rileva che il comportamento di Tanzi, condannato in via definitiva per aggiotaggio a 8 anni, e – condanna ancora non definitiva – a 18 anni per il crac della Parmalat, sia "ben lungi dall’essere improntato, nei fatti, ad una piena e leale collaborazione con gli organi inquirenti onde ridimensionare, almeno in minima parte, i gravi danni patrimoniali da lui arrecati all’enorme platea dei risparmiatori danneggiati dalla fiducia riposta nella sua persona e nelle sue aziende". L’ex patron della Parmalat, inoltre, continua, rilevano i giudici di piazza Cavour, "a nascondere agli organi inquirenti le proprie effettive disponibilità economiche" ed "emblematica sotto tale riguardo e’ la vicenda dei quadri d’autore fortunosamente rinvenuti nella disponibilita’ dei suoi familiari". La Cassazione, inoltre, ricorda che, pur essendo Tanzi ultra 70enne, la legge non prevede "alcun automatismo" nella concessione dei domiciliari, per i quali la decisione spetta sempre al magistrato di Sorveglianza. Il provvedimento impugnato, infine, si legge nella sentenza, ha "adeguatamente motivato" sulla compatibilità del regime carcerario con lo stato di salute di Tanzi.
L’8 febbraio scorso la stessa sezione della Cassazione aveva invece accolto il ricorso di Tanzi contro il decreto con cui il Tribunale di sorveglianza del capoluogo emiliano, il 24 agosto 2011, aveva dichiarato inammissibile un ulteriore istanza di detenzione domiciliare, ritenendola "meramente ripetitiva" di quella già esaminata in giugno. A questo proposito, dunque, la Cassazione aveva ritenuto carente la motivazione, come si evince dalla sentenza n. 8714 depositata oggi, della seconda decisione dei giudici bolognesi, che proprio oggi, sono tornati a riunirsi per decidere se concedere a Tanzi, ricoverato da alcune settimane nel reparto detenuti dell’ospedale di Parma, gli arresti domiciliari.