PROCESSO VIVAIO A MESSINA, CHIESTI ERGASTOLO E 170 ANNI

L’accusa chiede un ergastolo e condanne per oltre 170 anni di carcere nel processo dell’operazione antimafia "Vivaio" sugli interessi e le infiltrazioni mafiose nella gestione delle discariche di Mazzarrà e Tripi, in provincia di Messina. I pubblici ministeri Giuseppe Verzera e Francesco Massara hanno concluso la requisitoria davanti alla Corte d’Assise sollecitando la condanna di diciassette imputati e e tre assoluzioni. Il carcere a vita è stato proposto per Nicola Aldo Munafò, accusato dell’omicidio di Antonino Rottino, ucciso a Mazzarrà Sant’Andrea il 22 agosto 2006. Chiesti 30 anni per Tindaro Calabrese, reggente del clan dei "Mazzarroti", mentre 17 anni sono stati chiesti per Nunziato Siracusa e 16 anni ciascuno per Agostino Campisi e Michele Rotella, 16 anni e 10 mesi per Carmelo Salvatore Trifirò. Per l’ex boss dei "Mazzarroti" Carmelo Bisognano, diventato collaboratore di giustizia, la richiesta è stata di 6 anni con le attenuanti, mentre per l’imprenditore catanese Alfio Giuseppe Castro, anche lui collaboratore di giustizia, i pubblici ministeri hanno chiesto 8 anni e 6 mesi. Per tutti gli altri chieste pene inferiori. L’operazione "Vivaio", scattata nel 2008, e’ il risultato di un lungo lavoro dei carabinieri del Ros che si e’ sviluppato per diversi mesi lungo la provincia tirrenica e che ha fatto luce su una serie di estorsioni e danneggiamenti ai danni di imprese.