LIQUAMI IN MARE, SEQUESTRATO DEPURATORE NEL MESSINESE

Sequestrato per violazioni delle norme di tutela ambientale l’impianto di depurazione dei Comuni di Piraino, Brolo e Sant’Angelo di Brolo, in provincia di Messina. Il provvedimento, emesso dal Gip del Tribunale di Patti su richiesta del Pm Rosanna Casabona, è stato eseguito da agenti del commissariato di polizia di Capo d’Orlando, che hanno condotto l’indagine, avviata nell’agosto del 2011, dopo varie denunce di cittadini sull’inquinamento del mare tra Piraino e Brolo. I gestori sono indagati a vario titolo per frode in pubbliche forniture, inadempimenti di contratti di pubbliche forniture, scarico in mare di acque reflue urbane non depurate, attività illecita di gestione di rifiuti speciali, omissione di atti d’ufficio e getto di cose pericolose. E’ stata accertata e documentata, anche con immersioni subacquee, l’inefficienza dell’impianto di depurazione, che è stato poi ispezionato dai poliziotti con personale dell’Arpa (Agenzia regionale protezione ambiente) di Messina. E’ stato riscontrato nelle vasche un eccessivo accumulo di fanghi e sabbie, materiali che non venivano smaltiti sin dal marzo 2011. Così, le acque depurate che venivano immesse nei bacini di decantazione veniveno contaminate nuovamente. Inoltre, il sistema di disinfezione che avrebbe dovuto permettere l’abbattimento della carica batterica e lo smaltimento dei fanghi prodotti in precedenza non era funzionante. Secondo le analisi dell’Arpa, i liquami scaricati dal depuratore raggiungevano valori 720 volte superiori ai limiti di legge. Per eludere i controlli era stata posata una condotta secondaria che aggirava il percorso regolare e scaricava illecitamente altrove le acque maleodoranti. Questo sistema fraudolento di gestione, secondo l’accusa, consentiva un risparmio sui costi finali di esercizio dell’impianto. Gli accertamenti effettuati in mare hanno inoltre rivelato che la condotta principale ha una lunghezza inferiore di 100 metri rispetto a quanto previsto, è priva dei previsti diffusori e lo scarico è orientato verso la superficie. Il ripristino del corretto funzionamento dell’impianto è stato affidato a un tecnico dell’Arpa di Messina, nominato custode giudiziario dal pubblico ministero della Procura di Patti.