P3, i pm: Verdini e Dell’Utri vanno processati

"Erano intenzionati a ‘rafforzare la propria capacità di penetrazione negli apparati dello Stato, il proprio potere di influenza, la propria forza economico-finanziaria’. Per questo hanno fondato una loggia segreta, la cosiddetta P3, utilizzata – sostiene l’accusa – per finanziare parlamentari del Pdl, avvicinare magistrati, pagare funzionari pubblici, diffamare gli avversari, indirizzare le nomine per accaparrarsi gli appalti in Sardegna". Lo scrive Il Corsera. "Associazione a delinquere, violazione della legge Anselmi, corruzione, abuso d’ufficio, finanziamento illecito, appropriazione indebita, diffamazione e violenza privata sono i reati contestati, secondo le diverse posizioni, a venti imputati per i quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. I parlamentari del Pdl Denis Verdini e Marcello Dell’Utri sono considerati tra i fondatori della P3 insieme al faccendiere sardo Flavio Carboni, al geometra ed ex giudice tributario Pasquale Lombardi e all’ex assessore socialista campano Arcangelo Martino. All’ex presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, è contestata la corruzione per aver promesso di intervenire nella causa fra la Mondadori e l’Agenzia delle entrate e nel processo contro il deputato del Pdl Nicola Cosentino, accusato di contiguità con la camorra. Il presidente della Sardegna, Ugo Cappellacci, rischia il processo per abuso d’ufficio, mentre è parte offesa il presidente della Campania, Stefano Caldoro, che durante la campagna elettorale del 2010 è stato vittima di un’attività di dossieraggio attribuita al rivale Cosentino e al sindaco di Pontecagnano (Salerno) Ernesto Sica. Nella ricostruzione del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e del pm Rodolfo Sabelli, la loggia segreta è riuscita a intrecciare legami vantaggiosi con politici, magistrati e imprenditori invitandoli ai convegni del ‘Centro studi giuridici per l’integrazione europea diritti e liberta’, un’associazione finanziata da Carboni e gestita da Lombardi e Martino. I rapporti cosi’ costruiti da una parte sarebbero serviti a influenzare la magistratura: informazioni, sentenze, nomine della Consulta, del Csm, della Cassazione. Dall’altra, sarebbero stati il canale attraverso cui la P3 si sarebbe garantita gli appalti nei settori dell’eolico, delle bonifiche ambientali e della messa in sicurezza delle aree minerarie dismesse di proprietà della Regione Sardegna. A finanziare la loggia segreta sarebbero stati due imprenditori di Forli’, Alessandro Fornari e Fabio Porcellini, che avrebbero sborsato sei milioni di euro: centomila a Dell’Utri, ottocentomila a Verdini, il resto a Carboni. Gli industriali avrebbero preso il denaro dalle casse delle loro società (la Ris Real Estate, la Building, la Sardinia Renewable Energy Project e la Glassapack), ora nell’elenco delle parti offese insieme a Caldoro. ‘Accuse fantasiose’, sostiene Dell’Utri attraverso il difensore, Pietro Federico. Secondo il quale gli ‘atti leciti’ del senatore ‘sono stati fraintesi’. Per Verdini, interviene l’avvocato Marco Rocchi: ‘La richiesta di rinvio a giudizio non è inaspettata, un’archiviazione sarebbe stata fantascienza’. Invece di ‘serena fiducia nella magistratura’ parla Cappellacci che, difeso da Alessandro Diddi, è ‘certo di dimostrare l’assoluta correttezza’ delle sue decisioni".