Uber Eats e Co si stanno mangiando il mondo

Si dirà: è la GIG Economy, bellezza! E non si farà nulla, perché suona bene e l’economia dei “lavoretti” sembra vantaggiosa per tutti. La consegna di cibo ordinato online sta trasformando l’ultimo miglio della consegna di generi alimentari e altri generi di consumo. Gli impatti delle singole azioni sono impercettibili. Messi insieme cambiano la rete di trasporto e l’intero sistema logistico e della distribuzione. Questo nuovo modello di consegna di cibo non solo sta aumentando la congestione nei centri urbani, ma sta anche cambiando i caratteri e la qualità di chi effettua le consegne. I gig lavoratori sono l’ultimo gradino della precarietà.

Eppure il fenomeno si espande, senza che si comprendano appieno gli effetti ambientali complessivi. Prevale l’attenzione ai risultati immediati, con la separazione tra i concetti di sostenibilità sociale, ambientale ed economica. Pochi hanno cercato di comprendere la natura della futura sostenibilità sociale e ambientale. Eppure a tutti piace avere un approccio “olistico” e “integrato”.

L’e-commerce ha influenzato quasi tutti gli aspetti del trasporto merci e della logistica urbana. Aumentano il numero di consegne e ritiri, è modificato il tipo di veicoli e il loro numero, cambiano i tempi e i luoghi delle consegne. Soprattutto si frammenta l’organizzazione e le condizioni di lavoro, fatti che mettono in discussione le politiche locali in materia di traffico e pianificazione. I frammentatori sono ben noti: Deliveroo, UberEATS, Just Eat, piattaforme digitali che usano in modo dirompente tecnologie digitali. Per consegnare cibo a buon mercato si stanno mangiando il mondo.

I consumatori si aspettano che la consegna abbia costo zero o quello di una mancetta. Il fatto che molti runners usino la bicicletta viene confuso con la sostenibilità del servizio. In tal modo il vero costo della distribuzione – che include anche costi ambientali e sociali – rimane oscuro. E sulle cose oscure non si possono prendere decisioni chiare.

I Sindaci, poveretti come Assessori e Dirigenti, non hanno in mano nessun vero strumento per governare questo fenomeno. Al massimo un po’ di repressione con le Forze di Polizia. La Politica avrebbe gli strumenti necessari – la gestione urbanistica, la programmazione economica lungimirante, il governo dei mutamenti sociali storici – ma essendo attrezzi che hanno efficacia non nell’immediato ma solo nel lungo periodo non li considerano perché impegnati nel gestire malamente solo l’attimo fuggente. Olistico e integrato sono di fatto bestemmie.

 

Gian Luigi Corinto, docente di Geografia e Marketing agroalimentare nell’Università di Macerata, collaboratore Aduc