Solo il coraggio della verità può salvare Messina

Che città bizzarra è Messina: ogni giorno uno scoop, seppur in ritardo. Di fronte alle costanti notizie di cronaca da Palazzo Zanca che parlano di Bilanci, cassa, economisti, buchi e paladini mi sono più volte domandato sul perché di tante azioni e reazioni negative, che a volte rasentano la più efferata violenza contro la nostra intelligenza: se tutto è in regola, perché siamo ridotti così male?

 

La polemica con l’ex assessore Guido Signorino non mi intriga, né mi appassiona: per lui parlano i fatti ma soprattutto cosa ne pensano delle sue analisi coloro che in fatto di Bilanci ne sanno un pizzico più di lui (senza offesa!).

In ogni modo, la città affonda nei debiti. La gente soffre la crisi: sono così tante le situazioni che testimoniano di una profonda decadenza culturale e sociale con terribili conseguenze sulla vita delle persone.

Situazioni che influenzano negativamente soprattutto i nostri giovani, causando sconcerto e sfiducia se non rabbia e indignazione.

Lo si nota nella strade; lo si vede di fronte a decisioni di opere pubbliche di cui non si condivide la realizzazione; lo si trova negli adolescenti che non capiscono il perché e la vergogna di una bocciatura; lo si capisce in tanti lavoratori delusi e frustrati per la perdita di un posto di lavoro o di una posizione di autorità e prestigio sociale; e più ancora lo si vede nel racconto quotidiano di tante persone che di fronte a un fallimento o rifiuto sentimentale ricorrono alla violenza come unica arma per farsi giustizia o vendicarsi di un torto o di un rifiuto subito e mai accettato.

Spesso non siamo capaci di riconoscere le nostre colpe e responsabilità e si cerca sempre un capro espiatorio. Occorre voltare pagina, resettare i cinque anni di Accorinti e ripartire. Basta rispondere alle provocazioni di una Giunta fallimentare.

Una classe dirigente che passerà alla storia come inconcludente e a volte al limite del ridicolo. Messina ha bisogno di nuove idee, di risorse economiche, di progetti concreti. Possibile che non si possa più in alcun modo concepire la politica e la Giunta come un servizio per il vero bene di Messina?

Ci vorrebbero più gesti di coraggio e di forza, molto più onorevoli di una sconfitta che, presto o tardi, arriva per tutti. Sarebbe il caso che il gruppo fedele a Renato Accorinti iniziasse a prenderne atto: chi distorce, strappa, ferisce la “verità”.