Retorica e danni dell’informazione. Un appello a partire da se stessi

GIOVANI COMUNICAZIONE INTERNET COMPUTER SOCIAL NETWORK CONCETTUALI

Nell’oceano di retorica e di banalità mediatica in cui galleggiamo per il ventennale dell’abbattimento delle Twin Towers di New York, forse aggiungiamo altrettanta banalità facendo i “bastian contrari” di queste informazioni dove non si distingue il limite tra l’autoreferenzialità di chi le propone, il servizio alla memoria e la presunta imbecillità degli utenti.

Lacrime, rabbia, impotenza. Questi i sentimenti più diffusi, con tanto di riscontro fresco per quanto accaduto e accade in tutti gli Afghanistan del mondo.

Nel mondo della comunicazione a 360 gradi è superfluo cercare colpevoli se non in noi stessi, che abbiamo strumenti a iosa per non essere stanchi e omologarci e, soprattutto, non isolarci.

Noi -cittadini e consumatori – che non reagiamo non consentendo e non comprando. Non consentendo – cittadini coi propri poteri – che si continui a mettere i piedi in testa, per esempio, con l’informazione di Stato (Rai e non solo) espressione della prassi di conservazione dei partiti di regime che la gestiscono. Non consentendo – consumatori coi propri poteri – che fioriscano le aziende del consumismo suicida e omicida dell’informazione.

Siamo arrabbiati contro l’informazione spazzatura. Contro cui potremmo reagire modificando le leggi che consentono alla Rai di esistere nell’attuale assetto economico (canone e abuso di posizione dominante), e civilmente boicottando i media privati. Ma non lo facciamo. Anzi. Siamo sempre più distratti consumatori, per esempio, di trash-show dove si mettono a confronto luminari della scienza con negazionisti a-scientifici di tutto che si distinguono per il parlare sgrammaticato.

Vincenzo Donvito, Aduc