Per la serie “non avrete niente e sarete felici”…

In attesa di dover fare i conti col nuovo Patto di (In)Stabilità, che porterà nuova austerità e quindi nuove tasse e nuovi tagli alla spesa pubblica, il Governo, ha scelto di tagliare le risorse a quei Comuni che più stanno spendendo i fondi del Pnrr.

Cioè, detto senza girarci troppo intorno, più soldi (del Pnrr) hanno ricevuto i Comuni da spendere, meno ne riceveranno dal Governo nei prossimi anni. Una batosta che colpirà Comuni e Città Metropolitane, che finirà per essere “scaricata” sui cittadini attraverso il taglio di servizi e l’aumento del costo degli stessi. E non è tutto. Tra poco meno di due anni, dovremo rendicontare i 200 miliardi di investimenti
fatti, caso contrario saremmo chiamati a risponderne a Bruxelles attraverso la restituzione di quanto percepito (le “condizionalità”). E non dimentichiamo che i soldi del Pnrr, a differenza di quanto si crede e di quanto molti sostengono ancora oggi, vanno restituiti (ivi comprese quelli definiti “sovvenzioni), perché sono tutti debito. Soldi, che nella maggior parte dei casi, non sono serviti a migliorare le condizioni socio economiche degli italiani, ma spesi per cose che non erano prioritarie per il Paese, soldi che sono stati dati solo previa accettazione di “riforme” vessatorie e dannose.
Nel frattempo il governo si adopera ad introdurre (verbo non scelto a caso), i nuovi bonus per le auto elettriche andando a incentivare la crescita di quei Paesi che le producono (classico esempio di spesa pubblica veramente improduttiva), intanto in Toscana, accade che: “O mi svendi lo stabilimento o lo prenderò all’asta”. A breve su tutti i litorali italiani.
bilgiu