Opportunità per Messina: il voto ci permette di liberarci delle cose sbagliate

La paura e la speranza, temi molto abusati durante la campagna elettorale, si scacciano a vicenda. E a decidere chi sarà il candidato che guiderà Messina siamo noi, il nostro voto, la nostra voglia di una città vivibile.

 

La nostra capacità di fare chiarezza tra i tanti slogan e il programma sostenibile.

Il 10 giugno bisogna andare alle urne guardando oltre l’interesse strettamente personale: la promessa di posto di lavoro è fasulla. La busta della spesa o il buono benzina non cambieranno la vostra quotidianità. Semmai vi faranno sentire ancor più dei falliti.

No, il riscatto vostro e a cascata, quello della città passa attraverso il voto libero. Solo questo atteggiamento di paziente dignità e ascolto, di capacità a ricostruire le situazioni quando esse sono compromesse, rovinate possono fare la differenza tra un futuro migliore e uno da schiavi delle false promesse.

Se andremo a votare convinti che si può veramente guardare oltre il favore, la raccomandazione, la busta della spesa avremo delle possibilità di potercela fare: non dobbiamo farci occupare dal bisogno ma restare liberi, soprattutto nell’esprimere il nostro voto.

Oggi sono tutti pronti a fare del bene a precari, anziani, disoccupati, ammalati, a combattere la corruzione e la mafia… che belle parole. Epperò, io mi aspetto che, nel 2018, questi obiettivi siano il minimo sindacale da attendersi da chi si candida a guidare Messina, a partecipare a una seduta di Consiglio comunale o di Circoscrizione.

E invece più di Bilancio (come farà il sindaco a pagare i debiti?) e di progetti reali per Messina abbiamo dovuto assistere a una sorta di gioco tra buoni e cattivi. Anche questo modo bizzarro di condurre la campagna elettorale dimostra che quando si parla (a vanvera) di rispetto delle persone, di fiducia negli altri, di solidarietà,  di attenzione  per i più deboli, di risparmio, della lotta alla corruzione, la verità è ben diversa.

Fuori dal coro: amministrare con coerenza il bene comune deve diventare la normalità, soprattutto dopo il voto del 10 giugno e non un libro dei sogni da regalare ai cittadini per strappare sorrisi e applausi. Votare con dignità diventa opportunità per il futuro perché ci permette di liberarci delle cose sbagliate.