Ombre della P38 riacciuffati. E allora? Torniamo al lavoro

“Ci hanno restituito delle ombre e la loro prima pena è la pena che ci fanno”. La sintesi dell’editorialista Francesco Merlo sul quotidiano La Repubblica dovrebbe essere sufficiente a mettere il punto e a capo su questa vicenda essenzialmente mediatica che ci ha “rubato” l’informazione in giorni in cui i problemi sono decisamente altri. Un grazie al ministro della Giustizia Marta Cartabia che con le sue frasi di rito ci ha risparmiato la processione degli ammanettati di ritorno, spettacolo che sicuramente ci avrebbe offerto il suo predecessore Alfonso Bonafede (ricordiamo il ritorno di Cesare Battisti dal Brasile).

 

Consapevoli che di queste ombre il nostro Stato non saprà che farsene, perché ad essere riportato in patria è stato il reato ché i rei sono per l’appunto ombre, neanche da redimere, come prevedono le nostre leggi per tutti i rei.

Consapevoli che la storia ognuno la interpreta come vuole e agisce di conseguenza: la dottrina Mitterand, che sarebbe alla base dell’asilo concesso a questi rei, non era altro che una dichiarazione in cui il compianto presidente francese affermava che la Francia non sarebbe mai stata “terra d’asilo” per terroristi macchiati di sangue (1). E siccome queste ombre non è che fossero in un Paese con cui abbiamo a stento rapporti diplomatici, ma in Francia-Ue, non è strano pensare che nessuno fosse interessato dove fossero e cosa facessero.

Il circo mediatico ha avuto la sua pausa da covid e Pnrr. Torniamo al lavoro, anche mediatico, ché c’è davvero tanto da fare.

 

1 – https://www.huffingtonpost.it/entry/ex-terroristi-arrestati-in-francia-una-lunga-storia-di-vilta-politiche-contrapposte_it_608937f9e4b0c15313ee4e5d?utm_hp_ref=it-homepage

Vincenzo Donvito, presidente Aduc