MESSINA, POTERI FORTI E ISTINTI DISGREGATIVI

Fra imbecilli che vogliono cambiare tutto e mascalzoni che non vogliono cambiare niente, com’è difficile scegliere!” (Gesualdo Bufalino)

 

Qualche anno fa, lo storico e giornalista Ernesto Galli della Loggia, in un articolo di fondo del Corriere della Sera, individuava un c.d. “blocco burocratico-corporativo” capace di rendere “il comando politico e suoi rappresentanti….subalterni alla sfera amministrativa”.

Nel 2018, sempre dalle pagine del Corriere, il politologo Angelo Panebianco, ha sostenuto che “le tecnostrutture …possono convivere pacificamente solo con gruppi ed esponenti politici disposti ad inginocchiarsi in loro presenza e a baciare l’anello”.

Questi sono i veri poteri forti!

Non mi è piaciuto nella forma e nella sostanza l’attacco ad Antonio Saitta così come non mi è piaciuto che da un ufficio pubblico (quale esso sia stato o da quale sia stato avallato) sia trapelata – in questi frangenti – la notizia di una denunzia nei confronti di Emilia Barrile. Una denunzia più o meno circostanziata (sulla fondatezza si vedrà) da cui una persona (candidata a sindaco) è costretta a difendersi in “piazza”. Costretta a difendersi in una sede impropria ad appena tre giorni dalla denunzia. La causa – se ci sarà causa – durerà anni e anni e anni. Il processo mediatico e social, inaudita altera parte, è già concluso.

Inquietante.

Inquieta questa deriva disgregativa.

Il tema è intimamente collegato ad altra questione.

Tra chi si candida e chi “mummuria”, io sto dalla parte di chi ci mette la faccia non restando alla finestra della contumelia villana e della supponenza snob.

Nell’elettore disdegno tutto ciò che si limita ad applausi o fischi acritici, tutto ciò che è fanatica tifoseria, tutto ciò che è interessata presa di posizione o vigliacca presa di distanza.

Per me senza militanza nei partiti, senza volontariato sociale, senza sentimento di appartenenza alla comunità, non si contribuisce alla vita pubblica.

Non è vero che tra gli eleggibili i migliori non si candidano.

Certo, si staglia nel Belpaese, il problema democratico della selezione, della formazione, della qualità della classe dirigente.

Tuttavia, ai candidati al consiglio comunale e ai consigli di quartiere, per queste amministrative, in questo clima, andrebbe rivolto – comunque – un plauso.

Un plauso a chi offre la propria competenza.

Un plauso a chi dona la propria freschezza.

Un plauso a chi corre.

Un plauso a chi concorre.

Un plauso anche a chi riempie. Anche questo è un contributo alla lista e alla coalizione.

Il centro-destra messinese ha scelto una personalità fattiva, capace, autonoma attorno alla quale si sono aggregate sensibilità individuali e associative connotate da civicita’.

Invito il prof. Bramanti a plaudire a tutti coloro che sia stanno schierando al suo fianco.

La fabbrica progettuale vincente è fatta da valori, idee, programmi (condivisi e sostenibili) che devono camminare su gambe robuste, veloci, resistenti.

La contesa non è solo elettorale. Si tratta del futuro della città, del governo del municipio.

Un condottiero deve definire la realtà e dare speranza. (Napoleone).

Emilio Fragale