Messina bloccata da una mediocre classe dirigente

Nelle liste per le Amministrative di Messina troviamo candidati che non accettano di essere puniti per i propri errori e le proprie disonestà dopo aver parlato e sparlato contro le Istituzioni e lo Stato.

Diciamolo senza ipocrisia: ormai a Messina non ci scandalizziamo più di nulla, accettiamo stupidi programmi televisivi che entrano nelle nostre case e diseducano, confondono, ci rendono impotenti; accettiamo che i politici facciano e dicano di tutto per poi negarlo dopo poche ore.

Nelle liste per le Amministrative troviamo candidati che non accettano di essere puniti per i propri errori e le proprie disonestà dopo aver parlato e sparlato contro le Istituzioni e lo Stato.

La campagna elettorale del 10 giugno conferma che Messina è bloccata da una mediocre classe dirigente che è autoritaria ma non autorevole, bugiarda e poco professionale. Peggio. Blindano poltrone e incarichi per conservare ruoli e privilegi a discapito del futuro dei cittadini. Volantini, proclami, slogan, foto ricordo nei quartieri più disagiati, quasi fosse un reality show. Non si vergognano più di nulla, consapevoli che nessuno  chiede loro conto dell’operato: tanto, si vantano, ci sono mille imbecilli che li votano. C’è una Messina bloccata, ostaggio di una “classe dirigente generale” separata dal resto della città, articolata sul modello feudale, che non vuole rinunciare ai privilegi conquistati. Purtroppo è anche colpa nostra, noi di cittadini, che preferiamo non vedere ma soprattutto non agire. Quasi ci compiace avere con questa classe dirigente una certa dose di complicità, in cambio della tolleranza e della comprensione dei nostri istinti egoistici.

Messina può uscire dalla crisi solo rompendo questa complicità, attraverso la riscoperta dei doveri e delle responsabilità.

Come?

Non votando più chi ha causato le emergenze per negligenza o dolo.