Mettiamo soldi in tasca ai cittadini. L’economia per sentita dire

Mettiamo soldi in tasca ai cittadini e l’economia ripartirà. L’abbiamo sentita diverse volte questa approssimazione ai temi economici che trova riscontri nella conversazione giornaliere.

Cosa c’è di più semplice? Più soldi in tasca, più spesa, più ricchezza per tutti.

L’ultima è quella del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, il quale sostiene che se si mettono 100 euro in tasca ai cittadini l’economia ripartirà. L’avevamo sentita per il Reddito di cittadinanza e l’economia non è ripartita, l’avevamo sentita per Quota 100 con l’equazione: tanti vanno in pensione, tanti posti di lavoro si creeranno e l’economia ripartirà; anche in questo caso l’economia non è ripartita.

In sostanza siamo di fronte a maggiore spesa pubblica, alla quale non corrisponde una diminuzione, o razionalizzazione, della spesa stessa, il che fa aumentare il debito pubblico, il quale ha raggiunto la cifra astronomica di 2.444 miliardi che non fanno bene alla nostra economia, considerato che il Pil, cioè la ricchezza prodotta, si avvicina percentualmente allo zero.

Queste ricette economiche, “semplici semplici”, attraggono l’attenzione di chi ci vuol credere, ma non risolvono il problema. Continuare a proporle può trovare il consenso popolare, ma non raggiungono l’obiettivo propagandato.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc