L’avesse detto: equilibrio e solidarietà per risolvere i problemi dentro e fuori dal Comune di Messina

Il cambiamento fondamentale di Messina non lo apprezzo perché non lo capisco. Prendiamo, per esempio, Messina Social City: avete fatto attenzione come svolgono il loro servizio all’interno di Villa Dante? Sono in gran numero presenti (spesso più dei ragazzini che dovrebbero controllare); li vedi impegnati più a chattare con il telefonino o al bar di fronte, che a dialogare con i ragazzini…

Sorvoliamo poi sull’abbigliamento di alcune ragazze: più adatto alle serate nei lidi che alle funzioni lavorative. Non è colpa del sindaco o dell’assessore, lo so, ma fa un certo effetto vedere come vengono spesi i soldi dei contribuenti e l’utilità del servizio. Ora, è ben vero che nel suo ruolo istituzionale il sindaco di Sicilia (Scateno ) sembra Dio (quel che resta è ragù) ma andiamoci piano. Poi, consiglierei al Comandante della polizia municipale, Giovanni Giardina, di mettere in pianta stabile, all’interno della Villa, tre o quattro agenti a vigilare, dato che è frequentata da spacciatori e donnine di facili costumi. Non sarebbe male, in un periodo dominato dalla violenza e dalla prepotenza ai danni delle persone fragili.

Però queste cose è bene non dirle a Cateno De Luca, altrimenti ci soffre. Così, invece, può continuare a credere di essere il buon papà o il buon papa di un partito che si è un po’ allargato, dove non tutto è perfetto, ma chi è senza peccato scagli il primo libretto d’assegni.

E’ vero che a dare ascolto ai suoi ultras la Regione Sicilia non può fare a meno di lui (?) sulle cifre non si discute, ma diamoci una regolata sui proclami e sulle battute di spirito. Siccome anche il sindaco di Messina parla di etica, osserviamo ciò che accade sul territorio: sicurezza, rispetto del codice della strada, ecc… Non è obbligatorio avere quest’idea, e mi sa che chi ce l’ha se la terrà.

Probabilmente è colpa mia, ma nemmeno Cateno De Luca o Federico Basile possono chiedermi di apprezzare una cosa che non capisco: mi affascina lottare per una causa giusta, l’ho sempre desiderato e chissà che, presto o tardi, entrare nei Palazzi istituzionali con un’etica meno traballante sarà una prospettiva ancora praticabile. La mia utopia è che sarebbe l’ora, il momento, di evitare la forbice fra persone sperte e poveri fessi! Equilibrio e solidarietà per risolvere i problemi dentro e fuori dal Comune!