Italiani e risparmi: Come lo Stato limita le potenzialità. Il caso Btp Valore

Dopo i primi giorni di collocamento del Btp Valore, quasi 289mila risparmiatori italiani, per ordini sopra i 9,7 miliardi, hanno acquistato questo buono del Tesoro, quello pubblicizzato in tv dal parrucchiere effeminato.

I risparmiatori italiani, quindi, i soldi li hanno e, giustamente, li investono in attività  che sembrano più sicure, come, per l’appunto prestare soldi allo Stato… ché a fidarsi dei mercati finanziari in generale, e di un eventuale consulente finanziario che sia realmente indipendente, ci vuole una dimestichezza che non sembra all’altezza della molto inadeguata educazione finanziaria diffusa.

A questo si aggiungano le diffuse esche a cui, nonostante molte siano con evidenza truffaldine, non pochi abboccano… situazione che respinge dai mercati più lucrosi.

Quindi: pochi ma buoni. I guadagni. Un po’ come quelli, con maggiore disponibilità  economica, che investono nel mattone.

Ma oltre alla carenza di educazione finanziaria ed intermediari affidabili, abbiamo anche un mercato italiano limitato. Il nostro, con liberalizzazione e concorrenza come optional, é un Paese in cui aprire un’azienda é una “impresa”, con burocrazia e indisponibilità  al credito che giocano solo a favore di chi é già  capace e introdotto. Di conseguenza il nostro é un mercato limitato, con poche offerte, sempre dubbiose per investirci, non poche legate a capitali pubblici. Va da sé che ogni volta che lo Stato chiede prestiti, visto che il fallimento dello stesso Stato é una molto vaga possibilit° , ci si accontenta di ricavi come quelli del Btp Valore.

Ci viene il dubbio che, siccome il nostro é un regime economico che vive sul debito pubblico (decisamente più comodo per i burocrati che lo gestiscono), non ci sia una specifica volontà  a evitare liberalizzazioni e semplificazioni, altrimenti le aziende che si affaccerebbero numerose nel mercato farebbero troppa concorrenza allo Stato.

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc