Il #magistrato_sublime

Per chi non l’avesse visto consiglio di andare al cinema a vedere ‘Il Verdetto’ … film sublime su diritto e umanità coniugati per fare giustizia. Viene rappresentata la figura di un magistrato con cui sarebbe bello confrontarsi nella vita reale. 

Il Giudice Fiona May (Emma Thompson) incarna il ruolo difficile di chi deve decidere su questioni delicate in cui il diritto alla vita si scontra o si incontra con la logica dell’opzione del male minore. Nel regno della giustizia per forza di cose manichea come un’aula di tribunale, alla fine spesso è ‘il minore dei mali‘ quello che si cerca; così la protagonista impersona in maniera straordinaria tra bellezza intima e fatti complessi di vita, intrecciandoli con le proprie complesse intimità, sì da rappresentare la sua vita di coppia con la consapevolezza dolorosa degli errori e delle mancanze di una vita in comune, che ha bisogno un punto di ripartenza per provare a rendere i gesti domestici meno meccanici e il partner di nuovo una persona in carne, ossa ed emozioni.

Tutto questo accade attraverso gli occhi che attraversano l’esperienza di un rapporto, prima professionale e poi emotivo, con un giovane che per il suo credo religioso (testimone di Geova) rinuncia a vivere per non volere subire una trasfusione vietata dalla sua professione di fede.

Insomma un film classico che fa vedere la complessità attuale in tutta la sua sperimentale proiezione in cui la giustizia si misura su argomenti di confine, dove il diritto è chiamato a fornire risposte, capaci di avvicinarsi il più possibile a soluzioni praticabili. Film, bello assai, che è tratto da un altrettanto incantevole romanzo di Ian McEwan “La ballata di Adam Henry”.

Rino Nania