Chiacchiere sotto l’ombrellone. Tenete al riparo i pupi: il conto in vista di una nuova campagna elettorale cittadina e … regionale

Povera Messina. Di fronte alla scandalo tutti si defilano. “Non ho visto, non ho sentito, non ero informato, non mi sono accorto, non sapevo, non potevo sapere, non era mio compito controllare”.
Che fesso quello lì che si è fatto beccare!
Qualche volta rimane un solo colpevole. Spesso neppure questo. La brutta vicenda, la cialtronata si dissolve e quando si cerca di capire a chi deve essere attribuito, non troviamo mai i responsabili. Palazzo Zanca meglio della Borsa.
Tenete al riparo i pupi: il conto in vista di una nuova campagna elettorale cittadina e … regionale, gonfia l’onda della nuova buona politica, che si fa sempre di più per le vie brevi, grazie ai social: grazie al rutto e alla sputazza. Altro che progetti e regole chiare uguali per tutti. Siamo in piena era così fan tutti e che vuoi che sia un cornuto in più o un vaffa di troppo. Gli addetti alla comunicazione spiegano che questa corsa “al voto al voto” sia figlia delle collettive insicurezze, del nero futuro che ci minaccia, del vuoto che ai ragionamenti della politica preferisce i muscoli dell’invettiva, istantaneamente moltiplicata dalla velocità con cui i social muovono il ventilatore del fango.
Chi grida sarà premiato: chi scandalizza sarà tenuto a debita distanza. Messina come Palermo è il termometro della democrazia con vista sullo Stretto. A prima vista, l’autunno che ci aspetta, è un tintinnar di manette, un’espressione divenuta sinonimo, soprattutto nel linguaggio giornalistico, di un uso della carcerazione preventiva come strumento usato dai magistrati per ottenere la confessione dell’indagato. C’è ancora molto da imparare dagli errori del recente passato. Nella città del disonore, dove l’integrità morale sembra un’inezia se non un handicap, quello che spesso sconcerta la gente onesta è l’assenza di vergogna della gente “diversamente onesta”. Sarà pure una considerazione da moralizzatori un po’ retro, ma certamente questi tanti inquisiti e arrestati non abbondano di quello che una volta si definiva “senso dell’onore”.
Oggi questa affermazione è una novità, anzi una ingenuità. Quando mai si è visto che chi provoca danni ripari e chi ha rubato restituisca?
Che ci sarà mai di male nel fregare il prossimo? E’ soltanto un passatempo tra una riunione politica e l’altra. Quando mai si è visto che qualcuno abbia pagato per il sacco edilizio o per gli scempi commerciali e per tante opere che si sapeva dall’inizio che sarebbero state inutili?
Ogni volta in questa città, in questa regione, si volta pagina e si va avanti ripetendo errori e scandali. Tanto alla fine nessuno paga. I responsabili non sono solo quelli che rubano, ma anche chi glielo lascia fare. Perché negarlo: Messina è un posto molto sicuro, ci sono molti compagni di scuola, molti imprenditori fatti dal nulla, spazi perfetti, belle strutture ludiche. Non a caso hanno sempre pensato che sarebbe potuto essere una buona città dove vivere e fare alleanze. Peccato che la posta in gioco è la qualità della nostra vita e, di conseguenza della nostra esistenza nel mondo reale.