CERCASI SLOGAN DISPERATAMENTE: A MESSINA SIAMO TUTTI PRO TEMPORE

Messina – A parte la furbata di rivendicare il merito di aver scoperto “Daffine”, ovvero la senatrice Dafne Musolino, dopo averla derisa per tutto l’anno, l’estate siciliana di Cateno De Luca è il messaggio di un politico in leggero affanno. Vuoi perché non sempre le ciambelle riescono con il buco, vuoi perché all’orizzonte si preannuncia una tempesta per colpa di certi conti da spiegare e se occorre, giustificare. Ma siamo garantisti!

Senza indulgere all’introspezione, De Luca da politico – social, nell’atteggiamento e nel comportamento assume pose insincere o esibizionistiche e intanto studia tutta una serie di giochini: aizzare la truppa contro il nemico del momento, abbassare i toni, se conviene a lui, diffondere leggende metropolitane, spargere veleni, all’occorrenza mediare. Insomma: Cateno parte per sperimentare un cambiamento ma finisce per infliggere le sue colpe agli altri. Ma i giochi di parole dilagano anche nelle uscite in piazza dei suoi valorosi colonnelli (da Federico Basile all’ultimo dei consiglieri). Ognuno ha le sue angosce: il voto in caso di un clamoroso scivolone giudiziario. Altro giochino: “Paura di votare”? Innocente evasione? Nel dubbio, meglio inventare uno slogan alternativo. Non ho capito, o forse ho capito, tutto l’affollamento ai cancelli di Palazzo Zanca di aspiranti agenti di polizia municipale e di operatori ecologici dopo le numerosissime assunzioni dei mesi scorsi, ma si vede che, visti i tempi cupi, è meglio rifare la conta potenziale delle schede da inserire nell’urna per governare il Palazzo. Attenzione agli scalini.
Un referendum tra i lettori, una scheda e un invito alla creatività: come lavorare a Messina senza dover gridare forza Cateno? E’ questo il problema linguistico, politico ed etico girato alla gente. Ma non vogliamo fare la guerra all’aspirante sindaco di Sicilia, ci mancherebbe senza di lui ci annoieremmo, quello che ci interessa adesso è il metodo. Cioè la strumentalizzazione del bisogno: la precarietà, la disperazione come veicolo di consenso.


Queste cose le dicevamo prima che De Luca vincesse le amministrative, adesso aspettiamo una risposta dai cittadini. Pubblicheremo gli slogan più interessanti ma senza premi, senza viaggi sulla Luna: il nostro è un dibattito, non un Ponte sullo Stretto. Per molti, il dubbio non sussiste: si farà! Del resto, inventare altro è quasi impossibile, lo scopriremo alla prossima tornate elettorale. Il meccanismo è semplice: un popolo di ultras diventa un popolo di elettori. Però bisogna essere d’accordo, cioè votare. Non va bene se uno grida una cosa e in realtà ne dice un’altra, senza volerla dire. Qual è il primo ultras che vi viene in mente? Ah, sì, Matteo Salvini. Dai, che vi portiamo sulla Luna.


L’estate che sta finendo ha riproposto le medesime problematiche degli anni scorsi: acqua con il contagocce, incendi sulle colline, sporcizia per strada. Ma sventoliamo una preziosa Bandiera blu nonostante gli scarichi delle fogne su alcuni litorali cittadini: stamo ancora in attesa di scoprire il colpevole visto che l’Amam accusa gli zozzoni privati, il capogruppo di FdI, Libero Gioveni tuona che “Si nega l’evidenza”. E’ chiaro, che abbiamo pensato, che era un peccato che non si ricandidasse a sindaco Mario Bonsignore (nettamente il migliore nel recitare) e, in seconda battuta, che essere uno che spesso dimora a Malta, può avere i suoi vantaggi. A volte vivo attimi così, sono un cronista-ottimista.
E se vince di nuovo Cateno, non me ne vado. Tanto gli attori in Giunta rappresentano sempre gli stessi dell’altro ieri. Specie quando nelle loro uscite pubbliche si sente parlare molto di solidarietà: meditate e diffidate, è il modo meno caro di dire “noi siamo i buoni, voi i cattivi”. In conclusione: se Cateno De Luca potesse regalarci 5 minuti di dialogo per noi di IMG Press sarebbe bellissimo. Per ora sta in groppa al cavallo e fa il re, il capo della famiglia… ma si ricordi che siamo tutti pro tempore. E l’urlo si è già strozzato in gola!