C’era una volta la democrazia

Messina – Un surreale e beffardo modo di intendere la partecipazione democratica con l’insediamento della conferenza della città metropolitana, dopo oltre sette anni di assenza assoluta di qualsiasi forma di partecipazione democratica, si è consumato ieri alla Città Metropolitana di Messina.

Non si può non prendere le mosse per effettuare delle brevi e tristi riflessioni sul contesto complessivo di norme inique e palesemente illegittime applicate con il manifesto mancato rispetto di altre norme poste a garanzia di un minimo di conoscenza dei fondamentali atti della Città Metropolitana (conto consuntivo 2020 e previsionale 2021/23,) per poterli esitare senza arrossire, così come seraficamente è stato fatto.

Invero, come è noto, con l’applicazione della nefasta ed illegittima legge Delrio, il Sindaco del comune capoluogo diventa ope legis il Sindaco della città Metropolitana.

Vale a dire il sindaco di Messina, nel caso in specie, eletto dai “soli” cittadini messinesi diventa il Sindaco (quello che era il Presidente della Provincia, per intenderci) di tutto il territorio provinciale, senza nessun collegamento e senza nessuna conoscenza del territorio provinciale e dei suoi problemi. La periferia destinata a divenire sempre più periferia! L’evidente grave contrasto, riscontrabile ictu oculi da tutti, della legge Delrio con il principio di uguaglianza del voto che pregiudica la responsabilità politica del vertice dell’ente nei confronti degli elettori, è stato rilevato di recente anche dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 240, depositata il 7 dicembre 2021, che ha sollecitato il legislatore ad un “urgente riassetto normativo”. Non può non rilevarsi inoltre che fra gli importanti argomenti posti, con un ordine del giorno suppletivo notificato il 25 marzo (vale a dire 6 giorni prima la data dell’assemblea, fissata per il primo aprile), vi era anche il conto consuntivo 2020, per l’esitazione corretta e legittima del quale, la norma di riferimento applicabile, prevede che il rendiconto (insieme a tutti gli allegati), siano messi a disposizione dei consiglieri (nel caso, dei sindaci), almeno venti giorni prima. Si è ritenuto di sorvolare su tali aspetti ed addirittura di non fare votare la pregiudiziale in tal senso proposta. Sic transit gloria mundi!

Abbiamo sindaci estremamente capaci che hanno dedicato il poco tempo in cui hanno avuto messi a disposizione gli atti (oltre 1000 fogli!) per poter votare con cognizione di causa il conto consuntivo della Città metropolitana! Oppure che lo hanno votato, oltre che senza un minimo di dibattito nel merito, senza conoscerlo completamente, come a me sembra più probabile. Le superiori brevi riflessione diventano ancora più stucchevoli, dal punto di vista della partecipazione democratica, se si considera che, oltre al Sindaco (eletto per come sopra, e sostituito dal Commissario ing. Santoro, dopo le dimissioni di De Luca), sono organi della Città metropolitana, il Consiglio e la Conferenza della città metropolitana. Organi quindi collegiali. Come è noto, per eleggere il Consiglio della Città metropolitana, così come prevede la legge, sono stati indetti i comizi elettorali per ben sei volte e per sei volte rinviate dal presidente Musumeci, con la nomina sistematica di Commissari che ne hanno svolto le funzioni.

Un vero e proprio scippo di democrazia, anche se di democrazia in ogni caso indiretta. Sorte non migliore è toccata, per altro verso, alla “Conferenza della città metropolitana”, l’altro organo collegiale, costituita da tutti i sindaci della Città metropolitana. Dopo sette anni, nel corso dei quali mai era stata convocata, la si convoca per insediarla, si aggiunge un ordine del giorno suppletivo palesemente fuori termine, si assiste ad un intervento introduttivo di due minuti e mezzo del Presidente-Commissario ad alcuni interventi che hanno manifestato delle perplessità sul modo di procedere e, quindi, in pochi minuti, e senza nessun dibattito di merito, si approva il conto consuntivo relativo all’esercizio finanziario 2020. Quando la politica dimostra la propria assoluta assenza!

Questa la sorte ed il trattamento riservato, dopo sette anni di gestione effettuata da commissari e organi monocratici simpaticamente nominati, alla prima riunione di un organo collegiale della Città metropolitana! È vero che con la vecchiaia sono diventato di…bocca buona, come dicono alcuni miei amici, ma non così tanto da partecipare allo scempio di democrazia e di rispetto di un minimo di legalità che si è consumato ieri alla città metropolitana di Messina.

Avv. Nicola Merlino, Sindaco di Rometta