Preciso come un orologio svizzero, con l’occasione anche della campagna elettorale per le regionali, è arrivato l’emendamento del partito Lega per la riduzione del canone Rai dagli attuali 90 a 70 euro. Costo stimato, 430 milioni di euro di ammanco per il servizio d’informazione e trattenimento di Stato. Da sopperire con l’aumento del tetto pubblicitario della Rai. Proposta che al momento vede, nella maggioranza di governo, l’opposizione del partito Forza Italia, legato a Mediaset che dovrebbe spartirsi una fetta minore di pubblicità di un mercato per essa vitale, a differenza della Rai che, anche se più contenuta, continuerebbe a fruire dell’imposta che i contribuenti sono obbligati a pagare per il possesso di un apparecchio tv collegato al digitale terrestre, anche se non fruiscono dei servizi Rai.
Il canone Rai è un po’ come le accise sui tabacchi, altalenanti e riserva certa di incassi a cui partiti ed Erario attingono – in positivo o negativo – per sopperire a propaganda e scelte politiche.
Poco interessa che gli italiani qualche anno fa approvano un referendum in cui si chiedeva la privatizzazione del servizio pubblico. Trasferirlo dall’imposizione fiscale farlocca (chiamare canone un obbligo è una presa in giro) al mercato (gara di appalto per l’assegnazione). Il voto referendario, come anche in altre occasioni tipo la responsabilità civile dei magistrati, si rispetta solo se fa comodo ai partiti (tutti, grossomodo) in Parlamento. L’informazione di Stato, come la Giustizia, sono torte “trasversali” in cui a chiunque spetta una fetta.
Vedremo in questi giorni come finirà il “tira e molla” nella maggioranza. Ma abbiamo la sensazione che finirà come i cosiddetti extra-profitti delle banche. Cioè: non finirà. Con una concessione da una parte e dall’altra, tale per cui tutti diranno di aver ottenuto quello che volevano. Tanto a pagare sono contribuenti e buon diritto. Soggetti e Principi usati solo per essere manipolati.
Ricordiamo che entro il 31 gennaio 2026 (meglio, per burocrazia, se entro la fine dell’anno), chi non usa il tv collegato al digitale terrestre (senza antenna) può presentare l’esenzione del pagamento. Qui le informazioni del caso: https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/aree-tematiche/canone-tv/casi-di-esonero
Aduc ha uno specifico canale web dedicato al canone Rai: https://tlc.aduc.it/rai/
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
