Aumento prezzi. Comprendere le statistiche, comprendere i tempi e organizzarsi

Oggi l’Istat ci informa che il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto del 2,1% (1), con il reddito disponibile tornato vicino ai livelli pre-pandemia.

Tutti felici e ottimisti? Senza reagire con scontentezza e pessimismo, usiamo la ragione.

Sono dati relativi al 2021 rispetto al 2020. Il 2021 è il secondo anno di pandemia in cui abbiamo meglio reagito umanamente ed economicamente al dilagare del virus e, se non ci fosse questa crescita rispetto al 2020 saremmo disperati. Probabilmente, quando avremo i dati 2022 sul 2021, guerra permettendo a partire da fine febbraio di quest’anno, capiremo meglio cosa ci sta accadendo in questi giorni.

 

Giorni, settimane e mesi in cui è bene ricordare che la stima Istat dell’inflazione a marzo è +6,7% (2). E siccome, e per fortuna, non viviamo in un Paese sovranista, conta molto anche cosa succede in rapporto ai nostri alleati politici ed economici: in eurozona l’inflazione di marzo è +7,5% (3); nei Paesi Ocse a febbraio è +7,7%, mentre in Italia a febbraio eravamo a +5,7%; nei Paesi del G7 l’inflazione di febbraio è a +6,3% (4). E siamo circondati da Paesi come la Turchia – il cui ruolo politico ed economico sembra assumere una certa importanza, soprattutto per la guerra in corso – dove l’inflazione va oltre il 61% (5).

 

Insomma possiamo non ballare e, nel contempo non disperarci. Non siamo (ancora) entrati in un’economia di guerra, sappiamo dell’impazzimento dei prezzi energetici (al momento contenuti grazie all’intervento del Governo) e abbiamo buona informazione su vari osservatori privati (tipo Coldiretti) sull’andamento dei prezzi dei prodotti di più largo consumo Poi ci sono i rincari che uno non si aspetta e che ti lasciano la bocca amara, anche se non fanno notizia perché si tratta di importi relativi a servizi di basso costo. Tipo Telepass che – canone mensile dal 1 luglio – cresce oltre il 40% arrivando a 1,26 (6); o “Amazon Music Unlimited” con +25% dal 7 maggio, da 3,99 mese a 4,99; etc etc. Insomma una serie di “piccolezze” che, sommandole tra le proprie utenze, possono arrivare anche a cifre preoccupanti.

 

Alla fine, la somma non può che portarci ad una considerazione:

da più parti autorevoli ci si chiede se preferiamo il condizionatore accesso (o il riscaldamento per alcuni ancora in questi giorni) o continuare a rimpinguare l’invasione russa in Ucraina.

Importante decisione che ci porta a sentirci tutti più nazione a livello europeo (ché da lì passano le politiche energetiche), ma che non ci deve far “distrarre” rispetto a tante abitudini quotidiane più o meno consolidate: leggiamo meglio tutte le bollette (quelle Tlc sono tra le più insidiose e “perfide”),  prendiamo nota dei prezzi al mercato e al super e confrontiamoli via via nei giorni successivi, prestiamo attenzione a ristoranti e bar e ai capi d’abbigliamento di più largo consumo. E SOPRATTUTTO non sottovalutiamo una sorta di autarchia individuale e famigliare che può anche darci novità piacevoli come, per esempio, un “fai da te” da non considerare come hobby ma quotidianità.

 

 

1 – https://www.aduc.it/notizia/potere+aquisto+famiglie+nel+2021+istat_138751.php

2 – https://www.aduc.it/notizia/prezzi+al+consumo+istat_138733.php

3 – https://www.aduc.it/notizia/inflazione+eurozona_138736.php

4 – https://www.aduc.it/notizia/inflazione+nei+paesi+ocse_138749.php

5 – https://www.aduc.it/comunicato/guerra+trattative+affidate+paese+inflazione+oltre_34325.php

6 – https://assets.ctfassets.net/4plydxkcrqt2/6lga7pJDQmlAnh553IF5LJ/818570ff0f310fdf135a7c3b69dbb4b7/FMC4AE220317.pdf

 

François-Marie Arouet – Aduc