Amministrative: non solo scambio di voti

 

Quali limiti si debbono porre alle “sparate” elettorali? Davvero le prossime amministrative messinesi di giugno saranno inquinate dal voto di scambio?

Dobbiamo credere il 30 per cento di quello che ha denunciato sulle amministrative messinesi il candidato sindaco Pippo Trischitta? Forse qualcosa di più. Può darsi. In qualunque modo la pensiate la dichiarazione di Trischitta concorre a formare l’opinione pubblica, oltre che sui favori concessi, anche sugli eventuali contributi che certi politici, o i loro fedelissimi, ricevono da imprevedibili estimatori. Forse tante tessere nelle stesse mani sono eccessive, o risultano il minimo necessario per sostenere una campagna elettorale. Ogni opinione, in questa materia assai complicata, è rispettabile, e anche i molti e contrastanti interessi sono legittimi. Non c’è candidato che non tenda a espandersi, e a guadagnare, in denaro e in prestigio; e non c’è persona che non desideri avere i giornalisti amici che lo aiutino. E’ certo che gli scandali vanno combattuti, e debbono esistere regole e limiti, ma mi riesce difficile capire perché l’onorevole Cateno De Luca è esploso, a un tratto, per rimettere in discussione una dichiarazione così importante, riproponendo con impeto il problema della libertà di pensiero e della garanzia del voto, della stessa democrazia e del Comune. Un uomo così attento e acuto, come De Luca che si indigna, sol perché Trischitta esterna? Ecco, abbiamo scoperto a un tratto che la libertà di informazione dei cittadini dello Stretto corre gravi rischi. Si parla di una girandola di cambiamenti nelle segreterie di parecchi candidati, di nuovi spin doctors, dell’umano desiderio della buona politica di garantirsi certe solidarietà, o certi spazi, anche nelle zone cittadine che non dovrebbero essere soggette al voto di scambio. Dopo Trischitta attendiamoci una presa di posizione dei 5Stelle, del Pd e dello stesso Renato Accorinti. E’ evidente che la rivoluzione messinese del 2013, e spiace doverlo ricordare a dei paladini della cosa pubblica, ha creato alcuni inconvenienti: non ci sono più i servi sciocchi, e non è sempre praticabile la spartizione delle poltrone. Neppure nello spregiudicato mondo della ricerca del consenso porta a porta si può trovare una totale disponibilità all’assegnazione dei ruoli. Questa ricerca di comodi consensi elettorali, di interlocutori istituzionalmente ben disposti, mi fa venire alla mente che da queste parti non è tutto oro quel che luccica. Epperò, non mi piacciono i pregiudizi, le ostilità programmate, le campagne stampa che non hanno un senso morale, e sulle quali il cittadino non può esprimere un meditato giudizio. Meno male che mente e cuore di molti vengono schiariti dall’Ave Maria e dal Padre Nostro. Meno male che a Messina il suono dell’organo della Cattedrale effonde note di contemplazione e riconciliazione e che le campane di ogni parrocchia rintoccano colpi di risveglio per tutti.