
Il lavoro sociale come missione civile: il contributo di Fondazione Progetto Arca e di un operatore d’eccellenza…
In un tempo in cui la marginalità sociale è spesso invisibile, ridotta a statistiche o a emergenza di cronaca, ci sono professionisti che, giorno dopo giorno, scelgono di operare nei luoghi più fragili della società con spirito costruttivo e radicale umanità. Uno di questi è Urbano Abbonato, antropologo romano di base a Milano, impegnato con dedizione assoluta nei progetti di housing sociale per Fondazione Progetto Arca.
La sua attività si concentra soprattutto su rom, sinti e persone senza fissa dimora. In un campo complesso, che richiede ascolto attento, capacità di mediazione, competenze interdisciplinari e grande empatia, Urbano rappresenta una figura ponte tra il mondo dell’accoglienza e quello delle politiche civili e sociali. Il suo è un lavoro quotidiano che non si limita a offrire aiuto, ma punta alla ricostruzione della dignità, del diritto all’abitare e all’autonomia.
Fondazione Progetto Arca, attiva da oltre trent’anni, è oggi una delle realtà italiane più avanzate nella protezione delle persone in condizione di povertà estrema. Nata a Milano nel 1994 e riconosciuta come Organizzazione della Società Civile (OSC) nel 2023, Progetto Arca opera in vari ambiti: emergenza abitativa, sostegno alimentare, accoglienza migranti, recupero delle dipendenze. Il suo obiettivo è chiaro: «Il nostro successo più grande è che chi oggi ha bisogno, domani possa fare a meno di noi».
Urbano incarna perfettamente questa filosofia. Dopo un esordio come insegnante d’italiano per minori stranieri non accompagnati, ha attraversato molte delle principali realtà dell’accoglienza italiana – dai CAS agli SPRAR/SAI – consolidando un approccio integrato, che unisce visione antropologica e responsabilità civile e sociale.
Oltre all’impegno sul campo, Urbano coltiva con passione una seconda vocazione: quella per il teatro e la recitazione, che pratica sin dall’infanzia e che oggi approfondisce in un’accademia cinematografica. Per lui, l’arte scenica è strumento di espressione e di rielaborazione del reale. Allo stesso modo, la passione per la musica dark wave, la letteratura distopica e il gioco di ruolo (che ha praticato anche fondando cinque comunità testuali online) sono modi per esplorare le dimensioni simboliche e narrative dell’identità. Queste esperienze arricchiscono la sua capacità di comunicare, decodificare e dialogare con realtà spesso lontane dai codici del quotidiano.
In una società sempre più polarizzata, l’antropologo lavora in modo silenzioso ma determinato affinché l’assistenza non sia una condizione permanente, bensì un ponte verso l’indipendenza. I progetti che coordina riguardano percorsi di inserimento abitativo, supporto socio-sanitario, mediazione interculturale e accompagnamento lavorativo. L’obiettivo è restituire capacità di scelta e autogestione a chi, per ragioni strutturali o contingenti, ne è stato privato.
Progetto Arca ha negli anni saputo estendere il proprio raggio d’azione ben oltre la città di Milano, promuovendo interventi in molte città italiane e sperimentando forme di accoglienza innovative, come il cohousing o il “dopo di noi” per adulti fragili. In tutto ciò, il contributo di figure come Urbano Abbonato è fondamentale per tradurre in azione quotidiana i principi dell’organizzazione: rispetto, fiducia, responsabilizzazione.
Il lavoro di Urbano è, a tutti gli effetti, una forma di antropologia applicata, che si nutre di osservazione, dialogo, presenza sul campo, ma anche di elaborazione critica. In lui convivono la figura dell’educatore, del progettista e dell’intellettuale impegnato. Il suo approccio rifiuta la logica dell’assistenzialismo e pone al centro la persona, la sua storia, le sue risorse, il suo potenziale.
In un’epoca in cui si parla molto di inclusione ma si fatica ancora a praticarla davvero, storie come quella di Urbano Abbonato rappresentano un faro. Non tanto per il loro valore esemplare, ma perché ci ricordano che l’inclusione non è una dichiarazione d’intenti, ma un processo complesso, lento, umano. E, come ogni processo umano, ha bisogno di dedizione, cultura e passione.
Nella foto, Urbano Abbonato con l’educatrice, attivista e artista Rom Rebecca Covaciu