Uno sguardo diverso su storia e attualità

Continuando con il nostro Emporio cattolico secondo Vittorio Messori, in questo studio parto dal commento a una edizione del Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo, a cura di Acs (Aiuto alla Chiesa che Soffre).Scorrendo il voluminoso Rapporto, Stato per Stato, si constata un’atmosfera ipocrita, una intolleranza verso “l’altro” che ormai contrassegna ogni religione.

Infatti scrive Messori: “Sempre ovunque i perseguitati, appena possono, si fanno persecutori: in quel Kosovo per il quale le Nazioni Unite stesse organizzarono una crociata planetaria per venire in aiuto ai musulmani, questi ora, scrive il Rapporto, ‘si danno a uno stillicidio di distruzioni e di profanazioni ai danni dei cristiani”. E lo stesso sta avvenendo in Bosnia.

Le vittime di ieri, pronte a trasformarsi nei carnefici di oggi. Messori con il suo stile provocatorio, afferma, che tutto questo in contrasto con le attese dei sognatori, per le quali il mondo sarebbe in marcia verso la fraternità.

E comunque categoricamente, Messori precisa che nonostante tutto, i migliori nel garantire la libertà e la tolleranza sono i cattolici. Proprio loro, anche se ancora le anime belle, rivolgono le solite accuse di crociate, inquisizioni, e via di questo passo. Ma la tolleranza non è di casa tra i musulmani. Interessante l’episodio riportato da Messori sulle sessanta ragazze lasciate morire in un collegio femminile in Arabia Saudita, la “Polizia Morale”, ha ostacolato in ogni modo l’azione dei pompieri. “I vigili del fuoco non potevano penetrare in un luogo utilizzato dalle femmine; queste ultime, poi, nell’ovvia concitazione, non portavano il velo sulla testa e quindi non potevano lasciare il collegio […]”.

Sul celibato clericale, c’è una lunga polemica, che il nostro riesce a decifrare con documenti alla mano, facendo riferimento a studi importanti come quelli del cardinale Stickler. Spesso si sostiene che i religiosi potrebbero fare meglio la loro missione sposandosi. Io non vado oltre lascio alla lettura del testo.

Interessante le riflessioni sul Carnevale, sulle follie che vengono fatte in quei giorni dell’anno, anche se ormai si sta estendendo tutto l’anno.

Mi fermo sulle considerazioni sui Re e sui beati scorretti proclamati dal grande Papa, Giovanni Paolo II. In particolare per le difficoltà da superare per la glorificazione di Carlo I d’Asburgo, ultimo sovrano dell’Impero austro-ungarico. “Un uomo – scrive Messori – sul quale si appuntarono gli odi convergenti sia della sinistra repubblicana e del liberalismo massonico, sia del nazismo. Progressisti e reazionari marciarono uniti contro questo giovane imperatore e la sua memoria. In Hitler, l’avversione per l’ultimo Asburgo, raggiunse picchi patologici, da bava alla bocca”.

Qui Messori entra nel merito della Prima Guerra Mondiale, che molto probabilmente si poteva evitare se si ascoltava il Santo Padre Benedetto XV. Se la Guerra non terminò qualche anno prima, risparmiando milioni di morti, la colpa è delle sinistre odiose e rabbiose e delle destre che non accettarono le proposte di pace del giovane imperatore, che era d’accordo con il papa. Carlo I d’Austria fu un leggendario re medievale, scrive Messori: “mentre Cadorna e, con lui, tutti gli altri Signori della Guerra, invasati dalla mistica dell’assalto di massa, siluravano i generali che non vantassero un alto numero di caduti, Carlo I destituiva i comandanti che registravano perdite troppe alte tra i loro soldati”.

Messori, lamenta la poca conoscenza di questo grande personaggio, sicuramente “politicamente scorretto”. In Italia la propaganda e l’avversione sia fascista sia massonica ha sempre impedito di riconoscere le virtù di Carlo, un uomo retto e giusto. Ma la Chiesa non lo ha dimenticato e ora lo prega sugli altari e lo propone come esempio ai governanti.

Interessanti le pagine sul movimento dell’Opus Dei, fondato da monsignor Josemaria Escrivà de Balaguer. Un semplice sacerdote spagnolo, vissuto al tempo del capo del governo spagnolo Francisco Franco. Interessante da studiare l’Obra del santo Josemaria.

Salto le pagine polemiche sul presunto Antigiudaismo cattolico, anche qui Messori, da meticoloso ricercatore, si rifà alle fonti del mensile della Civiltà Cattolica e in particolare al padre Ballerini.

Passo alla Notte di San Bartolomeo, alla strage tra il 23 e il 24 agosto 1572, che viene sbattuta in faccia ai cattolici. Messori si affida agli studi rigorosi e oggettivi dello storico francese Jean Dumont, che ha scritto tante pagine di “controstoria” cattolica per contrastare il cumulo di diffamazioni nei confronti della Chiesa. Innanzitutto ricorda i fatti, la situazione in cui avvenne la strage e poi soprattutto i sovrani, re e regina coinvolti, gli intrighi politici. Una strage tutta politica decisa all’interno della Corte di Caterina dei Medici, che non credeva in Dio, senza nessun coinvolgimento della Chiesa e dei suoi uomini. Ma soprattutto occorre mettere in conto l’eccitazione del popolo parigino sfuggito ad ogni controllo. Messori si affida ad un ultimo commento del grande storico della Chiesa, Ludwig von Pastor, dove sottolinea il grande pericolo per la Chiesa e i cattolici da parte dei sanguinari ugonotti. “Dopo i turchi, la Chiesa non aveva nemici più sinistri e sanguinari dei calvinisti. Ciascuno in Roma conosceva le crudeltà che da anni essi avevano compiuto in francia e nei Paesi Bassi. Non appena avevano in mano il potere, spogliavano sistematicamente i cattolici, saccheggiavano e incendiavano le magnifiche cattedrali, profanavano le tombe degli ecclesiastici, pestavano sotto i piedi le ostie consacrate o le gettavano per nutrimento ai cavalli, violavano le monache e sventravano preti e religiosi”. Tutto questo perchè i cattolici volevano restare fedeli alla loro fede. Von Pastor continua nel suo racconto raccapricciante sulle violenze degli ugonotti nei confronti dei fedeli alla Chiesa di Roma, considerata il diavolo, la nuova Sodoma. Pare che i calvinisti abbiano gettato da un precipizio presso Saint-Sever, circa 200 preti. Pertanto se si tiene conto di queste circostanze e dell’opinione dominante tra i cattolici, per von Pastor, appare spiegabile la soddisfazione del papa e della curia, quando si è pensato di portare la legalità e distruggere quei covi dell’eresia. Certo Messori è consapevole che le guerre con la religione per pretesto, furono terribili, tuttavia una domanda andrebbe posta: chi ha cominciato, chi ha istigato odio, certamente non i cattolici.

Salto diversi passaggi storici e di eventi affrontati da Messori nel suo Emporio e mi fermo a The Passion of the Christ di Mel Gibson, il regista australiano fa ha compiuto un capolavoro cinematografico sulle ultime ore di Nostro Signore Gesù Cristo. Un film che ha acceso dibattiti a non finire. Per alcuni Gibson ha esagerato: troppo violento e troppo sangue. Tuttavia per Messori se c’è stata polemica è un buon segno: “se fosse piaciuto a tutti o se fosse scivolato nell’indifferenza sarebbe stato sbagliato, non avrebbe avuto legami con quel Protagonista che – non dimentichiamolo mai, nei nostri accessi buonisti – è venuto a portare la concordia e la divisione, la pace e la spada.

Tuttavia molta stampa cattolica ha stroncato il film con parole pesantissime, peraltro senza averlo visto. Sono partiti a testa bassa contro Mel Gibson, perchè è un cattolico tradizionalista, di destra. A Messori viene in mente  Enzo Bianchi, il fondatore di Bose, quando su La Stampa, avvertì i lettori di non comprare il libro intervista di Messori con Giovanni Paolo II, senza averlo mai letto. “Come sempre per l’ideologo, i fatti non contano, conta l’etichetta, il timbro applicato dai custodi del solo cristianesimo praticabile: quello che definiscono ‘aperto, pluralista, dialogante’. In una parola ‘adulto’ per dirla con i cattolici schierati, almeno elettoralmente, con quelli che vogliono rifondare il comunismo o con quelli che vogliono rifondare il paganesimo, con il culto di Gaia, la ‘Madre terra’ e delle divinità delle acque e dell’aria”.

Messori affonda polemicamente contro quelli che probabilmente vorrebbero un Vangelo”pulito”, non sporcato dal sangue che scorre a rivoli nel film di Gibson. C’è un eccesso di corporeità, che non accettano i cattolici buonisti. La Passione di Nostro Signore non è un incidente secondario. Per Messori sono attualissime le parole di Paolo: “La croce è uno ‘scandalo’ ed una ‘follia’, inaccettabili non solo per gli increduli ma pure per i cultori benpensanti del cristianesimo ‘modernamente’ sostenibile”.

Interessante il rapporto affrontato tra i capitalisti e marxisti. Anche perchè Messori individua diversi banchieri, capitalisti che lavorano per la Rivoluzione. E’ un luogo comune, che i capitalisti si contrappongono ai comunisti. A partire dalla Rivoluzione bolscevica, finanziata dall’ambiguo finanziere, Gelfand Israel Lazarevitch, conosciuto come Parvus. E poi tanti altri nomi. La DDR mantenuta dalle banche della Germania occidentale, che poi ha dovuto assorbire anche i debiti, dopo l’unificazione nel 1989. La grande finanza, dunque, alleata delle rivoluzioni, a cominciare da quella francese del 1789.

Qualcuno ancora crede che i regimi, sedicenti socialisti, siano finiti malamente, non perchè seguissero un’utopia disumana, ma perché il comunismo non è stato realizzato come si sarebbe dovuto. La colpa, pertanto, non fu di Marx, neppure di Lenin, ma di Stalin, che prevalse su Trotzkij e finì  per farlo assassinare in Messico, con il metodo gentile di un colpo di piccone nel cervello.

E’ incredibile per Messori, ancora nel mondo ci sono gruppi, simili a sette religiose di trotzkisti, di questo ebreo russo, che sarebbe portatore del marxismo “umano”, in fondo “democratico”. Ma qui Messori presenta la vera figura di Trotskij, dell’immenso massacro organizzato proprio da lui, della carestia tra il 1929 e il 1930, per sterminare i kulaki e i contadini, oltre sei milioni. E poi il massacro dei religiosi, distruzione delle chiese. Infine il massacro dei marinai russi, 14 mila della base navale di Kronstadt.

Altra eresia che viene monitorata da Messori è quella dei Catari, che ha influenzato molto quel frullato di sciocchezze “esoteriche” e di cose inventate, di quel libro anticattolico, di Dan Brown, Il Codice da Vinci.

Non posso soffermarmi molto ma basta un breve elenco del manicheismo oscuro, crudele, assurdo che hanno assunto i catari che in Linguadoca hanno preso il nome di albigesi: negazione del giuramento, del lavoro, del matrimonio, un cupo desiderio di suicidio. Il catarismo era un pericolo sociale, prima ancora che religioso. Proprio per combattere il catarismo nacque l’inquisizione, dopo grandi esitazioni del papato e delle autorità civili.

Sulla Fao, l’organizzazione mondiale della Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, Messori lo vede come un grande carrozzone pomposo e soprattutto costoso. Dovrebbe lottare contro la fame nel mondo. Ogni anno pare che l’Onu versi otto miliardi di vecchie lire, una somma enorme, dove l’87 per cento se ne va per pagare gli stipendi ai suoi 3.500 privilegiati dipendenti. Solo le briciole vanno a finanziare lo sviluppo  e l’assistenza.

Al paragrafo 42, il nostro autore si occupa del virtuosismo di certi rivoluzionari come Robespierre, Danton. Anche qui Messori va controcorrente. Le ideologie atee sorelle come il marxismo e il nazionalsocialismo, i più alti rappresentanti sono di un moralismo estremo e spesso vivono virtuosamente. Robespierre veniva chiamato l’incorruttibile, è interessante scoprire la sua vita privata. Vive in un ascetismo fanatico, tutto per lui è dovere e morale.

Saltiamo diverse “pillole” proposte dall’Emporio cattolico, mi fermo alla quastione “Terrorismo” islamista, attenzione per Messori chi compie gesti terroristici non sono poveri e fa l’esempio dei dirottatori dell’11 settembre 2001, ben 11 provenivano dall’Arabia Saudita.

Al paragrafo 64 si parla di “Crociate”, e qui c’è molto da chiarire su quel mondo che affronta la difficile liberazione e difesa dei Luoghi Santi. La Crociata non fu aggressione e non fu una guerra santa. Fu legittima difesa: è una verità che è difficile farla passare. Basterebbe un atlante storico per capire. Interessante il riferimento agli studi del medievista Franco Cardini, che ha scritto anche una biografia su San Francesco, strumentalizzato da troppi credenti, il “vero” S. Francesco è un altro, si aggregò alla quinta crociata come crociato e non solo non disse mai una parola di condanna o di critica, ma arrivò a dare consigli ai capi della spedizione sui modi e i tempi per affrontare la battaglia sotto Damietta. Addolorandosi molto per l’esito infausto. Francesco è andato dal sultano non per dialogare, ma per convertirlo.

Una figura che merita essere conosciuto e studiato è monsignor Jozef Tiso, un sacerdote che suo malgrado diventa presidente della Repubblica Slovacca, per ben sei anni. La storia ufficiale lo considera come un collaborazionista di Hitler. Invece Tiso responsabile del Partito Popolare Slovacco e fedele interprete della Dottrina Sociale della Chiesa, di fronte alle drammatiche alternative poste dai nazisti, optò per far diventare il suo Paese indipendente, col voto unanime del Parlamento. Tutta la legislazione si ispira esplicitamente ai principi cristiani.

“Con realismo cristiano, Tiso – messo spalle al muro da un diktat: o indipendenza e alleanza o occupazione militare – scelse la strada del male minore, convinto che la Slovacchia costituita in Stato proprio avrebbe avuto qualche possibilità di manovra”. Più volte fu strapazzato da Hitler, che detestava ogni prete. Interessante l’impegno di Tiso nel salvare migliaia di ebrei dalla deportazione. Alla fine della guerra il sacerdote fu tradito da tutti a cominciare dagli americani, catturato dall’esercito Usa, fu consegnato ai russi, sapendo quale sorte gli sarebbe toccata. Monsignor Tiso fu impiccato dai comunisti, dopo un processo farsa. Messori a questo proposito ricorda come americani e inglesi consegnarono a Stalin migliaia di ucraini, che per rivolta contro il regime comunista, si erano arruolati con i tedeschi. Di quei “traditori” i russi fecero un macello.

L’Emporio di Messori (“Emporio cattolico. Uno sguardo diverso su storia e attualità”, Sugarco Edizioni pagg.478, e.18.00) continua buona lettura.

DOMENICO BONVEGNA

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